La lombalgia negli sportivi

La lombalgia (LBP) è un disturbo comune tra gli atleti, che spesso si traduce in un disagio significativo con prestazioni compromesse. Gli atleti con compromissione del controllo motorio della regione lombo-pelvica sono più suscettibili a sperimentare la lombalgia. La compromissione del controllo motorio della regione lombo-pelvica si riferisce a un'interruzione dell'attivazione neuromuscolare coordinata dei muscoli che circondano e sostengono la colonna lombare e il bacino. Questo può manifestarsi come debolezza, attivazione muscolare ritardata o modelli alterati di reclutamento muscolare. Diversi fattori possono contribuire alla compromissione del controllo motorio, tra cui squilibri muscolari e posturali, stabilità inadeguata del core e traumi precedenti. Gli atleti impegnati in attività fisiche e sportive ripetitive e intense, mettono a dura prova il loro sistema muscolo-scheletrico, compresa la regione lombo-pelvica. La colonna lombare e il bacino fungono da zona di transizione tra gli arti inferiori e il tronco, fornendo stabilità e trasmissione di forze durante i gesti sportivi. I carichi ripetitivi, gli schemi di movimento scorretti e la stabilità inadeguata in questa regione, innalzano le probabilità di sviluppare lombalgia. Quando i muscoli e le catene miofasciali responsabili della stabilità e del controllo del movimento in questa regione non funzionano in modo ottimale, le sollecitazioni, le tensioni eccessive e il sovraccarico funzionale si riflettono sulle strutture passive: dischi intervertebrali, legamenti e articolazioni della colonna lombare. Nel tempo, questo può causare danni tissutali, infiammazione e dolore. Inoltre, i modelli di attivazione muscolare alterati possono portare a strategie di compensazione, in cui altri muscoli lavorano di più per stabilizzare la regione lombo-pelvica. Questa compensazione può portare ad affaticamento muscolare, inefficienza nei movimenti e aumento del rischio di lesioni. Pertanto, il controllo motorio alterato non solo contribuisce direttamente a favorire il dolore lombare, ma influisce indirettamente sulla capacità di prestazione dell’atleta. Riconoscere e affrontare il controllo motorio alterato della regione lombo-pelvica è fondamentale nella gestione e nella prevenzione della lombalgia negli atleti. È necessario un approccio completo, incentrato sulla correzione degli squilibri artro-muscolari, sul controllo posturale, sul miglioramento della stabilità del core e sull'ottimizzazione degli schemi di movimento. I fisioterapisti, i tecnici e i preparatori atletici spesso impiegano programmi di allenamento neuromuscolare che si rivolgono alla regione lombo-pelvica. Questi programmi mirano a ripristinare i normali schemi di attivazione muscolare, migliorare la forza, la resistenza muscolare e la coordinazione neuromuscolare. Inoltre, è fondamentale inserire nei programmi di allenamento esercizi che promuovano la stabilità del core, la mobilità articolare (stretching) e il controllo dinamico, per facilitare la prevenzione a lungo termine e le prestazioni atletiche ottimali.

Trattamento: la gestione dell’atleta affetto da lombalgia è nella maggior parte dei casi di tipo conservativo, una volta escluse condizioni patologiche severe come fratture o radicolopatie compressive tali da richiedere interventi ortopedici e/o neurochirurgici. È evidente che il piano terapeutico dovrà essere sempre personalizzato tenendo conto della disciplina sportiva praticata e del livello agonistico. In ogni caso, in special modo negli atleti professionisti in cui una rapida ripresa dell’attività agonistica è di fondamentale importanza, il ricorso ad un trattamento farmacologico con FANS e Miorilassanti (anche in associazione per via intramuscolare) è in genere il primo provvedimento terapeutico adottato dal medico sportivo sia negli episodi acuti che ricorrenti, ma anche nei casi cronici di dolore lombare. La manipolazione vertebrale è un altro provvedimento di dimostrata efficacia specie negli episodi acuti di lombalgia, solo se praticata con accortezza da operatori qualificati ed esperti. Nei casi di lombalgia cronica, dove la causa del dolore si deve ricercare nelle situazioni di sovraccarico è indispensabile programmare un adeguato protocollo riabilitativo. Per questo motivo assume molta importanza prevenire e correggere le posture scorrette e ripristinare l’equilibrio biomeccanico tra le catene muscolari anteriori, posteriori e crociate. Un accorciamento dei flessori delle anche (ileo-psoas e retto femorale) determina, ad esempio, una eccessiva antiversione del bacino incrementando la lordosi lombare. Questi fattori favoriscono l’allungamento degli estensori delle anche (grande gluteo e ischiocrurali) ponendoli in situazione di svantaggio biomeccanico e causando un precoce reclutamento dei muscoli estensori lombari. All’opposto un accorciamento degli ischiocrurali causa una eccessiva retroversione del bacino, ridotta lordosi lombare e sovraccarico lombo-sacrale.




INTERVENTO RIABILITATIVO

Fase acuta

In questa fase risulta fondamentale il controllo del dolore e dell’infiammazione mediante riposo attivo, utilizzo di fasce lombari elastiche o steccate da scegliere in base alla gravità del quadro clinico, la terapia farmacologica e strumentale (elettroterapia antalgica, laserterapia ad alta potenza e diatermia le più utilizzate) associate a terapia manuale decontratturante con tecniche classiche e mio-fasciali. Il taping neuromuscolare può contribuire alla diminuzione del dolore attraverso i suoi effetti decontratturante e antalgico.


Fase subacuta

In questa fase sono fondamentali gli esercizi terapeutici che, iniziati precocemente, sono in grado di ridurre e gestire il dolore, ripristinare la funzione e prevenire ricadute. Gli esercizi sono volti prevalentemente al recupero articolare rachideo e del corretto ritmo lombo-pelvico, al riequilibrio posturale e alla tonificazione muscolare. Il rinforzo contestuale e sinergico della muscolatura addominale, lombare e dei glutei è molto importante per diminuire i sovraccarichi a livello del rachide lombosacrale. In particolare, la tonificazione della muscolatura del “core” (diaframma, pavimento pelvico, multifido, trasverso ed obliqui dell’addome) attraverso esercizi specifici di core stability, costituisce un’ottima protezione attiva dagli stress a livello lombare. Fondamentale è associare esercizi di stretching con posture globali ed analitiche da effettuare in base al tipo di muscoli retratti e rivolta prevalentemente alle catene anteriori (ileo-psoas) a quelle posteriori (ischio crurali e tricipite surale), al piriforme ed ai glutei. Accanto ai classici esercizi tipo back school, possono essere utilizzate tecniche specifiche del metodo Mckenzie nel caso di protrusioni e/o ernie discali e la rieducazione posturale globale secondo Mézieres o Souchard.




Fase di remissione

È finalizzata al ritorno allo sport (return to play). In questa fase una corretta riprogrammazione del gesto sportivo è presupposto indispensabile per il recupero della prestazione sportiva e per la prevenzione delle recidive. Ciò si ottiene attraverso un processo di apprendimento che comporti la modifica delle meccaniche motorie alterate, la scomposizione e successiva ricomposizione, parziale o totale, del gesto sportivo. Questo approccio è in grado di garantire sicurezza al rachide e di migliorare l’efficienza tecnica del gesto sportivo.



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