Ernia e protrusione discale

Protrusione discale
Le patologie meccaniche del disco intervertebrale, negli ultimi decenni hanno registrato un notevole aumento, per una serie di fattori legati allo stile di vita che si sommano alla predisposizione anatomica.
Il disco intervertebrale è una struttura fibrocartilaginea interposta tra due corpi vertebrali, dalla seconda vertebra cervicale fino all’osso sacro, che svolge la funzione prevalente di “ammortizzatore” dei carichi.


Esso ha una forma circolare con uno spessore variabile (i dischi più spessi sono quelli lombari) e risulta costituito da una parte periferica (anello fibroso), formata dalla successione di strati fibrosi concentrici, e una parte centrale, detta nucleo polposo, una sostanza gelatinosa chiusa all'interno dell'anello fibroso. Può essere considerato un sistema idraulico per le sue capacità di idratarsi e disidratarsi; infatti il nucleo si disidrata per la pressione esercitata dalla gravità e dal peso corporeo sui dischi, mentre si imbibisce di liquidi nutritivi, provenienti dai piatti vertebrali contigui, nella posizione di decubito.

La pressione al centro del nucleo non è mai nulla, anche in scarico permane uno stato di “precompressione”, che aumenta notevolmente la resistenza del disco alle diverse sollecitazioni. Questa “precompressione” è dovuta allo stato di idrofilia del nucleo contenuto in un alloggiamento non estensibile (anello fibroso). I microtraumi ripetuti e il passare degli anni producono nel nucleo la riduzione dell’idrofilia e la diminuzione dello stato di precompressione, con conseguente degenerazione e disidratazione discale.

Le patologie meccaniche del disco sono, fondamentalmente, la protrusione e l’ernia discale. La protrusione discale rappresenta una dislocazione del materiale nucleare all’interno del disco che rimane integro e pertanto questo danno risulta riducibile. Invece l’ernia discale, rappresenta un prolasso del nucleo (danno non riducibile) con deformazione e sfiancamento della parete posteriore e/o posterolaterale dell’anello fibroso. Spesso rappresenta il risultato di un traumatismo acuto oppure di un aggravamento di una protrusione discale trascurata.


Rapporto tra ernia e legamento posteriore

Sia la protrusione che l’ernia discale sono più frequenti a livello degli ultimi dischi lombari ( L4-L5 e L5-S1) e dei dischi cervicali bassi (C6-C7 e C5-C6). La sintomatologia prevalente lamentata dai pazienti e caratterizzata da: dolore, parestesie e limitazione nei movimenti. Chiaramente in caso di ernia cervicale i sintomi interesseranno gli arti superiori (cervicobrachialgia), mentre in caso di ernia lombare possiamo avere una lombosciatalgia (danno discale L4-L5 oppure L5-S1) con irradiazione dei sintomi nella regione posteriore della coscia o una lombocruralgia (danno discale L2-L3 o L3-L4) con irradiazione dei sintomi nella regione antero-interna della coscia.

Questi sintomi rappresentano la conseguenza della compressione e irritazione delle strutture nervose (radice nervosa) da parte dell’ernia discale.

Diagnosi
La visita medica specialistica (ortopedico, neurochirurgo, ecc.) attraverso un’anamnesi accurata e un esame clinico rappresenta il primo passo della diagnosi. Le indagini strumentali (TAC, risonanza magnetica, ecc.) sono, oggi, fondamentali per confermare e approfondire la diagnosi clinica. Il medico specialista, infine, dovrà decidere, in base al quadro clinico, se il paziente necessita di un trattamento chirurgico oppure di un approccio conservativo.

Trattamento
Il trattamento dell’ernia discale può essere diviso in due categorie: conservativo e chirurgico. In alcuni casi, un’ernia voluminosa (che causa una pressione significativa sulle strutture nervose), può essere risolta solo con la chirurgia. Il trattamento conservativo, preceduto sempre dalla valutazione fisioterapica, consiste in una terapia neuro-biomeccanica integrata e personalizzata costituita da: terapia manuale, Kinesio Taping neuromuscolare, riprogrammazione posturale globale e rieducazione funzionale.

Una grande percentuale di pazienti può migliorare e raggiungere un buon recupero funzionale senza l’intervento chirurgico. Quest’ultimo è riservato ai pazienti che presentano segni e sintomi che richiedono decompressione urgente delle strutture nervose oppure a quelli che hanno fallito la gestione conservativa.

Tipologie di ernia discale

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