tag:blogger.com,1999:blog-16474194065406207792024-02-07T09:05:58.422+01:00Schiena OKIl Blog del Dott. Giovanni Postiglione - Fisioterapista -Posturologo - Osteopata - ChinesiologoDott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.comBlogger34125tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-63690331602784333972024-01-11T10:29:00.002+01:002024-01-11T10:29:55.654+01:00La lombalgia negli sportivi <div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN2nx0lk_4an6YSD5XanILPJsy9qcehjcXXVUFaTRwcLbhRTtGSwVroOsnI7hkc5Nq26kcqmAXaPxzewXqEcf2wVGhoD96woPCfq4XES1q1FA7YDRrh2jGVqWbCnznwroMn-DmcRZTPtqgoBwyO4y5OiVkv96SWGHDjfO5WI-nkDfJjFnn8oidUd_6AxM/s839/marra%202.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="839" height="158" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN2nx0lk_4an6YSD5XanILPJsy9qcehjcXXVUFaTRwcLbhRTtGSwVroOsnI7hkc5Nq26kcqmAXaPxzewXqEcf2wVGhoD96woPCfq4XES1q1FA7YDRrh2jGVqWbCnznwroMn-DmcRZTPtqgoBwyO4y5OiVkv96SWGHDjfO5WI-nkDfJjFnn8oidUd_6AxM/s320/marra%202.jpg" width="320" /></a></div>La lombalgia (LBP) è un disturbo comune tra gli atleti, che spesso si traduce in un disagio significativo con prestazioni compromesse. Gli atleti con compromissione del controllo motorio della regione lombo-pelvica sono più suscettibili a<span><a name='more'></a></span> sperimentare la lombalgia. La compromissione del controllo motorio della regione lombo-pelvica si riferisce a un'interruzione dell'attivazione neuromuscolare coordinata dei muscoli che circondano e sostengono la colonna lombare e il bacino. Questo può manifestarsi come debolezza, attivazione muscolare ritardata o modelli alterati di reclutamento muscolare. Diversi fattori possono contribuire alla compromissione del controllo motorio, tra cui squilibri muscolari e posturali, stabilità inadeguata del core e traumi precedenti. Gli atleti impegnati in attività fisiche e sportive ripetitive e intense, mettono a dura prova il loro sistema muscolo-scheletrico, compresa la regione lombo-pelvica. La colonna lombare e il bacino fungono da zona di transizione tra gli arti inferiori e il tronco, fornendo stabilità e trasmissione di forze durante i gesti sportivi. I carichi ripetitivi, gli schemi di movimento scorretti e la stabilità inadeguata in questa regione, innalzano le probabilità di sviluppare lombalgia. Quando i muscoli e le catene miofasciali responsabili della stabilità e del controllo del movimento in questa regione non funzionano in modo ottimale, le sollecitazioni, le tensioni eccessive e il sovraccarico funzionale si riflettono sulle strutture passive: dischi intervertebrali, legamenti e articolazioni della colonna lombare. Nel tempo, questo può causare danni tissutali, infiammazione e dolore. Inoltre, i modelli di attivazione muscolare alterati possono portare a strategie di compensazione, in cui altri muscoli lavorano di più per stabilizzare la regione lombo-pelvica. Questa compensazione può portare ad affaticamento muscolare, inefficienza nei movimenti e aumento del rischio di lesioni. Pertanto, il controllo motorio alterato non solo contribuisce direttamente a favorire il dolore lombare, ma influisce indirettamente sulla capacità di prestazione dell’atleta. Riconoscere e affrontare il controllo motorio alterato della regione lombo-pelvica è fondamentale nella gestione e nella prevenzione della lombalgia negli atleti. È necessario un approccio completo, incentrato sulla correzione degli squilibri artro-muscolari, sul controllo posturale, sul miglioramento della stabilità del core e sull'ottimizzazione degli schemi di movimento. I fisioterapisti, i tecnici e i preparatori atletici spesso impiegano programmi di allenamento neuromuscolare che si rivolgono alla regione lombo-pelvica. Questi programmi mirano a ripristinare i normali schemi di attivazione muscolare, migliorare la forza, la resistenza muscolare e la coordinazione neuromuscolare. Inoltre, è fondamentale inserire nei programmi di allenamento esercizi che promuovano la stabilità del core, la mobilità articolare (stretching) e il controllo dinamico, per facilitare la prevenzione a lungo termine e le prestazioni atletiche ottimali.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trattamento: la gestione dell’atleta affetto da lombalgia è nella maggior parte dei casi di tipo conservativo, una volta escluse condizioni patologiche severe come fratture o radicolopatie compressive tali da richiedere interventi ortopedici e/o neurochirurgici. È evidente che il piano terapeutico dovrà essere sempre personalizzato tenendo conto della disciplina sportiva praticata e del livello agonistico. In ogni caso, in special modo negli atleti professionisti in cui una rapida ripresa dell’attività agonistica è di fondamentale importanza, il ricorso ad un trattamento farmacologico con FANS e Miorilassanti (anche in associazione per via intramuscolare) è in genere il primo provvedimento terapeutico adottato dal medico sportivo sia negli episodi acuti che ricorrenti, ma anche nei casi cronici di dolore lombare. La manipolazione vertebrale è un altro provvedimento di dimostrata efficacia specie negli episodi acuti di lombalgia, solo se praticata con accortezza da operatori qualificati ed esperti. Nei casi di lombalgia cronica, dove la causa del dolore si deve ricercare nelle situazioni di sovraccarico è indispensabile programmare un adeguato protocollo riabilitativo. Per questo motivo assume molta importanza prevenire e correggere le posture scorrette e ripristinare l’equilibrio biomeccanico tra le catene muscolari anteriori, posteriori e crociate. Un accorciamento dei flessori delle anche (ileo-psoas e retto femorale) determina, ad esempio, una eccessiva antiversione del bacino incrementando la lordosi lombare. Questi fattori favoriscono l’allungamento degli estensori delle anche (grande gluteo e ischiocrurali) ponendoli in situazione di svantaggio biomeccanico e causando un precoce reclutamento dei muscoli estensori lombari. All’opposto un accorciamento degli ischiocrurali causa una eccessiva retroversione del bacino, ridotta lordosi lombare e sovraccarico lombo-sacrale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmRq4LzLdP7qoU_X8K755UjOCcz50_OoErO-Raep8vUzwDn07J_IP-cL11NzLn39JIwUxmxSQK_L7xJ1oBeCyHrbmD0WHx1goq3-qjwcpyNZyCKJfV8GH7PKfG9rcxp1_2scI8QFZXbT8pWdKxpOa-Nok6CSJpxzz_m3D7FQaH7GnjEVFj9EySpKnMnWA/s383/Marra%201.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="383" data-original-width="319" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmRq4LzLdP7qoU_X8K755UjOCcz50_OoErO-Raep8vUzwDn07J_IP-cL11NzLn39JIwUxmxSQK_L7xJ1oBeCyHrbmD0WHx1goq3-qjwcpyNZyCKJfV8GH7PKfG9rcxp1_2scI8QFZXbT8pWdKxpOa-Nok6CSJpxzz_m3D7FQaH7GnjEVFj9EySpKnMnWA/s320/Marra%201.JPG" width="267" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>INTERVENTO RIABILITATIVO</b></div></b><div style="text-align: justify;"><br /></div><i><div style="text-align: justify;"><i><b>Fase acuta</b></i></div></i><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questa fase risulta fondamentale il controllo del dolore e dell’infiammazione mediante riposo attivo, utilizzo di fasce lombari elastiche o steccate da scegliere in base alla gravità del quadro clinico, la terapia farmacologica e strumentale (elettroterapia antalgica, laserterapia ad alta potenza e diatermia le più utilizzate) associate a terapia manuale decontratturante con tecniche classiche e mio-fasciali. Il taping neuromuscolare può contribuire alla diminuzione del dolore attraverso i suoi effetti decontratturante e antalgico.</div><i><div style="text-align: justify;"><i><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br />Fase subacuta</b></i></div></i><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questa fase sono fondamentali gli esercizi terapeutici che, iniziati precocemente, sono in grado di ridurre e gestire il dolore, ripristinare la funzione e prevenire ricadute. Gli esercizi sono volti prevalentemente al recupero articolare rachideo e del corretto ritmo lombo-pelvico, al riequilibrio posturale e alla tonificazione muscolare. Il rinforzo contestuale e sinergico della muscolatura addominale, lombare e dei glutei è molto importante per diminuire i sovraccarichi a livello del rachide lombosacrale. In particolare, la tonificazione della muscolatura del “core” (diaframma, pavimento pelvico, multifido, trasverso ed obliqui dell’addome) attraverso esercizi specifici di core stability, costituisce un’ottima protezione attiva dagli stress a livello lombare. Fondamentale è associare esercizi di stretching con posture globali ed analitiche da effettuare in base al tipo di muscoli retratti e rivolta prevalentemente alle catene anteriori (ileo-psoas) a quelle posteriori (ischio crurali e tricipite surale), al piriforme ed ai glutei. Accanto ai classici esercizi tipo back school, possono essere utilizzate tecniche specifiche del metodo Mckenzie nel caso di protrusioni e/o ernie discali e la rieducazione posturale globale secondo Mézieres o Souchard.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilYjzlKrmwChjoUOHTjhCwEovJbCjFWLnpvMqQciqzue6urBfjPhrhyXe1GiK67j0OAfCbbQM1VfOW7ko77rXYWIigKBsSzRjiSE4CFaOU1FFNLvSs4LJmfyoIz8IJu76PhMCGY4qnhoIqtwYqaopOVGF5-DNUl1UryJY-xvjG_3dF0MgBTNr4MTju0gM/s869/Marra%203.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="549" data-original-width="869" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilYjzlKrmwChjoUOHTjhCwEovJbCjFWLnpvMqQciqzue6urBfjPhrhyXe1GiK67j0OAfCbbQM1VfOW7ko77rXYWIigKBsSzRjiSE4CFaOU1FFNLvSs4LJmfyoIz8IJu76PhMCGY4qnhoIqtwYqaopOVGF5-DNUl1UryJY-xvjG_3dF0MgBTNr4MTju0gM/s320/Marra%203.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b><i>Fase di remissione</i></b></div></b><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">È finalizzata al ritorno allo sport (return to play). In questa fase una corretta riprogrammazione del gesto sportivo è presupposto indispensabile per il recupero della prestazione sportiva e per la prevenzione delle recidive. Ciò si ottiene attraverso un processo di apprendimento che comporti la modifica delle meccaniche motorie alterate, la scomposizione e successiva ricomposizione, parziale o totale, del gesto sportivo. Questo approccio è in grado di garantire sicurezza al rachide e di migliorare l’efficienza tecnica del gesto sportivo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaLssGgYEBbDR28om9oINvaLgjuSsrGC37ur_m_a6UgmX9N_KCs-w_E91d_blplTH71kH8mda3jpCm9bW-ZOPJlufH7r0uGKkmVnkDjNBj9FjnB6RGHX-Yh6jSTNvuoZ0oCYXYW54a8-WG-ILskRnOrIKg2Uq_Cm1RUaNC5S6iPp3_F8hR7uTOx5wgpEg/s635/Marra%204.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="596" data-original-width="635" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaLssGgYEBbDR28om9oINvaLgjuSsrGC37ur_m_a6UgmX9N_KCs-w_E91d_blplTH71kH8mda3jpCm9bW-ZOPJlufH7r0uGKkmVnkDjNBj9FjnB6RGHX-Yh6jSTNvuoZ0oCYXYW54a8-WG-ILskRnOrIKg2Uq_Cm1RUaNC5S6iPp3_F8hR7uTOx5wgpEg/s320/Marra%204.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><!--EndFragment-->Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-41718367872185275242022-10-27T18:22:00.007+02:002022-10-28T08:34:14.837+02:00La scoliosi: prevenzione, valutazione e terapia posturale <div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiomqQD22A6W1lnzIRH-kxofNm5akoWhIl38DhWHcxK6lyPtpm52RFF9ZWsGLYt0v2PMa3ZIUEWoJNcYUYOAH-LvTtN2ULAW7Pjl4kxLW7ew1N0O5vANBwB1HV1jOI_XhqcUDoInGGKb_NB46yye56ITI9w-Yse-5PBO9pcHeVVhTOE3Z_swF3kOiu7/s1500/scoliosi.webp" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1500" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiomqQD22A6W1lnzIRH-kxofNm5akoWhIl38DhWHcxK6lyPtpm52RFF9ZWsGLYt0v2PMa3ZIUEWoJNcYUYOAH-LvTtN2ULAW7Pjl4kxLW7ew1N0O5vANBwB1HV1jOI_XhqcUDoInGGKb_NB46yye56ITI9w-Yse-5PBO9pcHeVVhTOE3Z_swF3kOiu7/s320/scoliosi.webp" width="320" /></a></div>La scoliosi, nella maggior parte dei casi (oltre 80%), è di natura "idiopatica” ovvero “una malattia di cui non si conosce la causa”. Questo già chiarisce alcune delle difficoltà relative alla terapia di tale affezione. È importante distinguere la scoliosi strutturata, che rappresenta una deformità irreversibile, dai cosiddetti “atteggiamenti<span><a name='more'></a></span> scoliotici”, che invece rappresentano alterazioni posturali reversibili, anche se a volte possono evolvere verso la patologia scoliotica. Fondamentale risultano le strategie di prevenzione come: l’igiene posturale, il controllo del peso corporeo, la pratica della attività motoria, gli screening scolastici, la valutazione fisioterapica. Quest’ ultima è realizzata da un fisioterapista (meglio se esperto in posturologia) preferibilmente una o due volte all’anno a partire dai 9 anni, con lo scopo di intercettare precocemente i soggetti con scoliosi (o con altri paramorfismi) da indirizzare al medico specialista (ortopedico o fisiatra) per la diagnosi, la prognosi e la terapia medica. In Italia circa il 25% degli alunni delle scuole secondarie presenta alterazioni morfo-posturali a carico della colonna vertebrale! La diagnosi precoce (prima dei 12-13 anni) consente di evitare l’intervento chirurgico ed avere una colonna vertebrale in grado di affrontare una vita normale, senza particolari problemi funzionali. È una patologia genetica, familiare, multifattoriale, che si manifesta con una deformità tridimensionale di alcune vertebre e si può osservare e quantificare (in gradi Cobb) sulla radiografia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Esistono differenti curve scoliotiche: dorsali (o toraciche), lombari, dorso-lombari e doppie. La curva scoliotica si sviluppa maggiormente nell’età della fanciullezza o dell’adolescenza (10-14 anni), ma esistono anche scoliosi infantili (rare). Ogni scoliosi possiede un proprio “potenziale evolutivo” o “indice di malignità” che rende peculiare ogni caso. Sostanzialmente si possono riconoscere:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- scoliosi “benigne”, che spesso passano misconosciute e che non richiedono un trattamento specifico;</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- scoliosi “evolutive”, sono quelle su cui si deve intervenire tempestivamente per arrestarne l’evoluzione verso deformità incompatibili con una vita normale;</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- scoliosi “maligne”, spesso infantili, ad altissima evolutività, che finiscono spesso sul tavolo operatorio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La scoliosi ha un suo inizio, un decorso ed una fine: infatti, intorno ai 18 anni o meglio al termine della maturazione scheletrica (rilevabile in modo preciso sulla radiografia col test di Risser), la tendenza evolutiva della scoliosi, si arresta. A questo punto il paziente deve convivere con la sua scoliosi. Se la curva non ha superato un certo limite, anche per effetto del trattamento riabilitativo praticato, il paziente può conviverci con relativa tranquillità. Se la curva, per diversi motivi, ha superato tale limite, va considerato un trattamento chirurgico nel tempo. Attualmente le linee guida relative al trattamento terapeutico della scoliosi idiopatica prevedono approcci differenziati in relazione alla gravità della curva scoliotica. In particolare per le curve scoliotiche fino a 20 gradi Cobb il trattamento è basato su: osservazione costante, controllo medico specialistico, rieducazione posturale. Questa ultima è di competenza del Fisioterapista il quale, dopo aver visionato la diagnosi medica e radiografica del paziente, esegue una attenta valutazione posturale globale e predispone di conseguenza un programma personalizzato di esercizi terapeutici specifici. Nelle scoliosi dai 20 gradi e fino ai 40 gradi, il trattamento prevede l’uso da parte del paziente di un corsetto ortopedico specifico (prescritto dal medico specialista) e nei casi più gravi anche l’uso di un busto gessato e in aggiunta esercizi terapeutici specifici. Nelle scoliosi ben oltre i 40 gradi si prospetta l’intervento chirurgico. Infine è importante sfatare un luogo comune: il paziente giovane o adulto affetto da scoliosi lieve o moderata, può praticare quasi tutte le attività sportive, evitando attività con carichi elevati (sollevamento pesi, body building, ecc.).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhJOAA-AE6Kh6NYcPAt9N49K8rMXXjVoygRFV1RuVkOVh5ouakCwyCpvGlsoOlmjVBzSIxVa7S6hoOFg8gGzasVCj6dvHqjvYIqut-wNzIIHIYL_WH4Q2sDw1CdVj2dEuWB3mcxtZK0pRbeoMvSmwuI0GbJly57HD-ezP8ZOcL_b6i8pFtZHukDT6Bq" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="360" data-original-width="640" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhJOAA-AE6Kh6NYcPAt9N49K8rMXXjVoygRFV1RuVkOVh5ouakCwyCpvGlsoOlmjVBzSIxVa7S6hoOFg8gGzasVCj6dvHqjvYIqut-wNzIIHIYL_WH4Q2sDw1CdVj2dEuWB3mcxtZK0pRbeoMvSmwuI0GbJly57HD-ezP8ZOcL_b6i8pFtZHukDT6Bq=w400-h225" width="400" /></a></div><br /><br /></div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-53051259126297954132021-01-11T21:17:00.003+01:002021-01-11T21:19:37.708+01:00La notalgia parestesica<div style="text-align: justify;"><div style="text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-fP5ezfSBVmHFOjCo5jZ_QqcLAFfnyj8YLxqJoNFHJ1BXnECQ0bEyWV9D09RvmxuoEoosm5fARbWVsoLMzAOow7Mwgla0HWb3QQQHtZEjDg6d7gP10FRnkFd33g0AXw3BIOuBJgooguE/s2048/notalgia+foto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1966" data-original-width="2048" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-fP5ezfSBVmHFOjCo5jZ_QqcLAFfnyj8YLxqJoNFHJ1BXnECQ0bEyWV9D09RvmxuoEoosm5fARbWVsoLMzAOow7Mwgla0HWb3QQQHtZEjDg6d7gP10FRnkFd33g0AXw3BIOuBJgooguE/w200-h192/notalgia+foto.jpg" width="200" /></a></div>La notalgia parestesica è una neuropatia sensoriale cronica caratterizzata da prurito che si presenta nel tratto dorsale della colonna vertebrale, solitamente sotto la scapola sinistra. I sintomi possono comprendere anche dolore, iperestesia, parestesia ed iperpigmentazione dell’area colpita. Sebbene il processo eziologico di tale patologia sia poco conosciuto, le recenti correlazioni con le alterazioni spinali degenerative suggeriscono che l’impingement (compressione o intrappolamento) di alcuni nervi toracici possa<span><a name='more'></a></span> rivestire un ruolo importante. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il termine notalgia parestesica deriva dalle parole di origine greca notos, che significa “schiena” ed algia, che significa “dolore.” Tale patologia fu descritta per la prima volta da Astwazaturow (neurologo armeno) nel 1934 il quale affermò che era dovuta alla compressione del ramo dorsale dei nervi toracici dalla seconda alla sesta vertebra dorsale. Questa patologia può provocare pelle iperpigmentata nella regione scapolare, dovuta al continuo grattamento. I sintomi si presentano più spesso unilateralmente nella regione scapolare di sinistra, ma è possibile che si verifichino sintomi bilaterali o a destra. Alcuni pazienti lamentano “formicolio” ed iperalgesia con sensibilità localizzata a carico delle vertebre dorsali intermedie. Il prurito avvertito dai pazienti nella regione interscapolare o sottoscapolare, è localizzato in una zona estesa tra i quattro e i dieci centimetri di larghezza. In alcuni casi alla notalgia parestesica può accompagnarsi un’artrosi della colonna vertebrale oppure protrusione o ernia del disco. La biopsia, comunque, rivela una cute normale, o eventualmente una certa infiammazione aspecifica causata dal grattamento cronico. Solitamente, i più colpiti sono le donne e gli anziani. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Simile alla notalgia parestesica è una neuropatia periferica definita prurito brachioradiale di Waisman, che invece si manifesta in corrispondenza degli avambracci e dei gomiti. Per quanto riguarda il trattamento, vengono utilizzati corticosteroidi topici e anestetici locali. Un trattamento di terapia manuale concentrato principalmente sulle disfunzioni somatiche della colonna toracica e delle coste può dare un miglioramento netto dei sintomi. Ultimamente, sono iniziati anche trattamenti a base di botulino, che avrebbero lo scopo di diminuire la sensibilità della zona colpita. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitqM27Wkswh4XxgJCpdnJ4G2FjU1RSA_TC-U0ZzXJPYpWRqJvT9G3UFd83HQEXMu-gSp5U-O8OGNt6smYwpbIVh3pvM_tBOQSCi0jFsRZ68C7UEkWLozcG_UFsGkcjd5X1PQTy5hbvhSs/s739/notalgia+foto+2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="739" data-original-width="640" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitqM27Wkswh4XxgJCpdnJ4G2FjU1RSA_TC-U0ZzXJPYpWRqJvT9G3UFd83HQEXMu-gSp5U-O8OGNt6smYwpbIVh3pvM_tBOQSCi0jFsRZ68C7UEkWLozcG_UFsGkcjd5X1PQTy5hbvhSs/w277-h320/notalgia+foto+2.png" width="277" /></a></div><div style="text-align: justify;">BIBLIOGRAFIA </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">1. Blakely S. Richardson, Bill V. Way, Arthur J. Speece, “<a href="http://www.jaoa.org/content/109/11/605.long">Osteopathic Manipulative Treatment in the Management of Notalgia Paresthetica</a>”, J Am Osteopath Assoc 2009; (109): 605-608. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">2. Sitografia specifica.</div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-70993510243531167092019-06-23T23:12:00.000+02:002019-06-23T23:12:24.602+02:00Rimini Wellness 2019<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgahyphenhyphenR7xEBwl4vp0SMTM9lcyx1fcEMcCW05-7XErRe4EcAxeiKHbAYhr8CntPB9oFvYg3BefgH44xOen4qDA_fHClbPIhvxC3sSPRTS9KPwlBgA_a-80qcdnxh-bcJEri0s7cGvuzqmCOo/s1600/DSC_0361.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1600" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgahyphenhyphenR7xEBwl4vp0SMTM9lcyx1fcEMcCW05-7XErRe4EcAxeiKHbAYhr8CntPB9oFvYg3BefgH44xOen4qDA_fHClbPIhvxC3sSPRTS9KPwlBgA_a-80qcdnxh-bcJEri0s7cGvuzqmCOo/s200/DSC_0361.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'ambito della Fiera del Wellnes che si è tenuta a Rimini dal 30 maggio al 2 giugno 2019, si e svolto il 2 giugno, un Seminario di Formazione sul Resistance Training con i seguenti relatori: Dott. Filippo Massaroni (metodologie di allenamento e traumi), Prof. Giovanni Postiglione (la valutazione posturale dell’utente) Dott. Carlo Altamura (didattica e allenamento), Ing. Gabriele Tedesco<a name='more'></a> (la valutazione termografica dell’esercizio), Dott. Enzo Marra (l'inquadramento fiscale del Personal Trainer). </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Scarica il Seminario sul Resistance Training: <a href="https://drive.google.com/open?id=1sKPWbevXfs2aLAoaKcB_szU2YjRG0-PP" target="_blank">clicca qui.</a></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHqtVWdcz6mI6ztQmj95wecaymI8Brr_4CiKH22adfXG6KHKW6B7nTa5xIdhhzmR6CJwhtlAzaIc_9tafxlNl3fom5VYuFKieHdrYk1jCoX39VcqYw4pbN3NDEgliFKx3uyVCVJRDoimQ/s1600/DSC_0273.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1063" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHqtVWdcz6mI6ztQmj95wecaymI8Brr_4CiKH22adfXG6KHKW6B7nTa5xIdhhzmR6CJwhtlAzaIc_9tafxlNl3fom5VYuFKieHdrYk1jCoX39VcqYw4pbN3NDEgliFKx3uyVCVJRDoimQ/s320/DSC_0273.jpg" width="212" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdtNXsRIjIEHfiSWBvAkLnuJurosK17cR3xEPB4SoOV0oBBCKUMb38ZNtVo_-MVsGNG_F2_h1kt1ZuW53Z4xGKRuFTiOzTm5tBU1XHud7eZPvniCN6SCQBO5kSm9zxb97xdAfMdu_2QHg/s1600/DSC_0284.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1163" data-original-width="1600" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdtNXsRIjIEHfiSWBvAkLnuJurosK17cR3xEPB4SoOV0oBBCKUMb38ZNtVo_-MVsGNG_F2_h1kt1ZuW53Z4xGKRuFTiOzTm5tBU1XHud7eZPvniCN6SCQBO5kSm9zxb97xdAfMdu_2QHg/s320/DSC_0284.jpg" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
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Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-60266909850780981132018-07-30T18:46:00.000+02:002018-07-30T18:47:00.510+02:00Il mal di schiena non è uguale per tutti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp3jlzA3zpNXKLuehJoLs8beS8BfsDWcm6hnV_efkNby_0BffFbYMm97YEngQXjuzFKREkKpgkBvkr1mtAI799NFQ-1fuF3c2frR8uAwmhTQV5JN00BBw37JtrivQlmAvRB1uLeqmdcLA/s1600/imm+4.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="449" data-original-width="684" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp3jlzA3zpNXKLuehJoLs8beS8BfsDWcm6hnV_efkNby_0BffFbYMm97YEngQXjuzFKREkKpgkBvkr1mtAI799NFQ-1fuF3c2frR8uAwmhTQV5JN00BBw37JtrivQlmAvRB1uLeqmdcLA/s200/imm+4.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La famosa rivista scientifica inglese The Lancet, in un recente numero speciale (2018) dedicato al mal di schiena (lombalgia secondo il linguaggio medico), afferma che circa l’80% delle persone prima o poi ne soffrirà. In Italia rappresenta la prima causa di assenza dal lavoro e i casi sono in continua crescita negli ultimi venti anni. È un disturbo frequente in età adulta con massima <br />
<a name='more'></a>incidenza tra i 40 e i 50 anni, nel pieno dell’attività lavorativa. Sempre secondo l’articolo pubblicato, la maggioranza dei pazienti riceve tuttora terapie inadeguate. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le cause della lombalgia sono molteplici: squilibri della postura, attività lavorative particolarmente pesanti, attività sportive intense, ecc. Circa l’80% delle lombalgie si risolve nell’arco di 5/6 settimane (con relativo riposo e farmaci antinfiammatori), ma nel 50% dei casi il problema si ripresenta entro un anno. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I trattamenti per ridurre il dolore sono diversi, ma per evitare che il problema si ripresenti (recidiva) e diventi cronico è necessario un approccio personalizzato. Non esiste una terapia che vada bene per tutti perché non esiste un paziente uguale all’altro, in quanto le variabili in gioco sono molte. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’approccio terapeutico personalizzato è basato prima di tutto su una valida diagnosi medica e poi su un programma riabilitativo costituito da: esercizi terapeutici, terapia manuale (fisioterapia) e apprendimento della corretta esecuzione delle attività quotidiane. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In alcuni casi di lombalgia cronica risulta efficace abbinare cicli di fisioterapia e terapia cognitivo-comportamentale (psicoterapia) con lo specialista di riferimento. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La principale forma di prevenzione consiste nel mantenere il proprio peso corporeo nella norma e nel praticare una attività fisica regolare, corretta e personalizzata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT2iztcSvQrhLdmd76cBR_bqy2D_xsscb7ew7-TzWiNUOA9x6n_r3TnNlCOQoaWSKEFYjdwX-toiddziuWRnxjPy-3OSXuvyGZ_bvwu-PJBAhjaZG4_uczbNPVM8FbutgFTi5L3KLC2_4/s1600/Metodo_Mckenzie.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="330" data-original-width="1012" height="104" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT2iztcSvQrhLdmd76cBR_bqy2D_xsscb7ew7-TzWiNUOA9x6n_r3TnNlCOQoaWSKEFYjdwX-toiddziuWRnxjPy-3OSXuvyGZ_bvwu-PJBAhjaZG4_uczbNPVM8FbutgFTi5L3KLC2_4/s320/Metodo_Mckenzie.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBf_eeH9j3eFs6SnikKBWLOcbuRojLpWRrDMtY-OCTG3ilBJLVyroRf5VB23z_PHvAsdK92vihGwnRHFjRaniZWeTj_ybKQjb6oO31wyjj8alU-yzda2LPBoWWvyIqLEGEqQiTVSiteNQ/s1600/Immagine12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="787" data-original-width="788" height="319" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBf_eeH9j3eFs6SnikKBWLOcbuRojLpWRrDMtY-OCTG3ilBJLVyroRf5VB23z_PHvAsdK92vihGwnRHFjRaniZWeTj_ybKQjb6oO31wyjj8alU-yzda2LPBoWWvyIqLEGEqQiTVSiteNQ/s320/Immagine12.jpg" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-43802278406758829682017-06-14T21:32:00.000+02:002017-06-14T21:32:47.097+02:00Il metodo Mulligan nella riabilitazione del dolore muscolo-scheletrico<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvLzb4kefOdOkpheChpOYQG8OuS38-yLrwSVziPboro-2eAnHQW-0GtsMpaIOJkMkh03oetoYNLRHcpD0qPcTqw1ZFyQCCGai4YPZy7s5EAXq7TlldUVFmeQ14YfqxppfobUCtpam5BT4/s1600/IMG_2465.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="638" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvLzb4kefOdOkpheChpOYQG8OuS38-yLrwSVziPboro-2eAnHQW-0GtsMpaIOJkMkh03oetoYNLRHcpD0qPcTqw1ZFyQCCGai4YPZy7s5EAXq7TlldUVFmeQ14YfqxppfobUCtpam5BT4/s200/IMG_2465.JPG" width="199" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Brian Mulligan, di origine neozelandese, è uno tra i più grandi fisioterapisti viventi al mondo. Negli anni 80 ha iniziato a pubblicare le sue teorie nel campo della terapia manuale e dei disturbi muscolo-scheletrici. Il suo metodo è basato sull'esecuzione di dolci mobilizzazioni articolari (passive) eseguite dal terapista, alle quali si può associare un movimento fisiologico eseguito dal paziente. Queste tecniche vengono definite mobilizzazioni con movimento (MWM) e durante la loro esecuzione il paziente è un partner attivo, con cui il terapista comunica i risultati raggiunti in termini<a name='more'></a> di riduzione del dolore e fluidità del movimento. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il feedback del paziente è fondamentale per raggiungere risultati efficaci attraverso trattamenti personalizzati, basati sulle diverse condizioni cliniche. Tutti i movimenti del corpo umano sono dovuti ad un insieme di rotolamenti e scivolamenti articolari, coordinati dalle strutture nervose e realizzati dai muscoli. Diverse cause (traumi, posture scorrette, microtraumi ripetuti) determinano squilibrio tra le superfici articolari con diverse conseguenze: attrito patologico, usura precoce, dolore a riposo e nei movimenti, limitazione funzionale. La maggioranza delle sindromi dolorose sono il risultato di microtraumi, indotti da posture o movimenti ripetitivi anomali che determinano disallineamento delle superfici articolari e conseguente sovraccarico funzionale. Tali effetti si producono durante le attività quotidiane e quasi sempre la persona non ne ha consapevolezza. Lo scopo principale del metodo Mulligan è di ripristinare il corretto movimento tra le diverse superfici articolari del nostro corpo (articolazioni della colonna vertebrale, dell’arto superiore e inferiore) e di conseguenza, eliminare la sintomatologia dolorosa e riequilibrare la funzione motoria. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questo metodo valuta il paziente nella sua specifica condizione clinica, come un’entità unica che richiede un programma terapeutico mirato. Tale interpretazione impone al terapeuta un’alta capacità di disamina clinica, per adattare le procedure di trattamento allo specifico patologico, evitando generalizzazioni. È particolarmente indicato in caso di spalla dolorosa, epicondilite, distorsione caviglia, gonalgia, colpo di frusta, cervicalgia, mal di schiena.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il metodo manuale Mulligan presenta le seguenti caratteristiche:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. è dolce e indolore;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. ha un effetto immediato – fin dalla prima seduta – sulla riduzione del dolore e sulla funzionalità dei movimenti;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3. produce effetti benefici a lungo termine, anche dopo poche sedute;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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4. è priva di effetti collaterali e controindicazioni.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per info e prenotazioni di una seduta con il metodo Mulligan, si rimanda alla pagina dei <a href="http://www.schienaok.com/p/contatti.html" target="_blank"><b>Contatti</b></a>.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLIik6dDgcTMSz-mIWL5gv6mQdj0-3EYR7Bb_DvM_DjVUs9pVW3HLJKUsjv-0dXJGfIFFkFGW0Yc9YLNMrleeawVmXQhXT6YCZPza4tbABmJRvyBaORheSCc1YQHFkBgi-HDYlR4JLMN0/s1600/IMG_2466.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="574" data-original-width="640" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLIik6dDgcTMSz-mIWL5gv6mQdj0-3EYR7Bb_DvM_DjVUs9pVW3HLJKUsjv-0dXJGfIFFkFGW0Yc9YLNMrleeawVmXQhXT6YCZPza4tbABmJRvyBaORheSCc1YQHFkBgi-HDYlR4JLMN0/s320/IMG_2466.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-12309667613077275142017-02-27T02:24:00.000+01:002017-02-27T02:30:27.575+01:00Core Stability della spalla e conflitto subacromiale. Prevenzione e recupero funzionale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_AFtWhf9BeqROzxeEVwUFHtcI98-e6Imv1TOQmbLb76Z6G6tXS4JoeLp-X4cPX3_x_WbYKofct6lFX0k__TV4FH_RWyfSXzLJXjp16kJxybYLYVeWWv_8cYJrxaZ13VqIjuY-hKf_MDs/s1600/11111.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_AFtWhf9BeqROzxeEVwUFHtcI98-e6Imv1TOQmbLb76Z6G6tXS4JoeLp-X4cPX3_x_WbYKofct6lFX0k__TV4FH_RWyfSXzLJXjp16kJxybYLYVeWWv_8cYJrxaZ13VqIjuY-hKf_MDs/s200/11111.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il complesso funzionale spalla è costituito da 5 articolazioni di cui solo tre sono vere strutture articolari: gleno-omerale, acromion-claveare e sterno-claveare. Le altre due, invece, sono articolazioni funzionali o pseudo-<br />
<a name='more'></a>articolazioni: la scapolo-toracica e la sub-acromiale (sub-deltoidea). La spalla e l’arto superiore sono innervati dai nervi del plesso brachiale (rami ventrali C5-C6-C7-C8-D1).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’articolazione più mobile è la gleno-omerale, rinforzata dai legamenti capsulari (gleno-omerale superiore, medio e inferiore), dal cercine glenoideo e dai muscoli della cuffia dei rotatori. Quest’ultima è costituita dai muscoli: sovraspinato, infraspinato, piccolo rotondo (rotatori esterni) e sottoscapolare (rotatore interno). Dal punto di vista funzionale anche il capo lungo del bicipite (CLB) appartiene alla cuffia. Invece l’articolazione sub-acromiale, che lavora in stretta sinergia con la gleno-omerale, è costituita dal collegamento funzionale tra la superficie superiore della testa omerale e la superficie inferiore dell’acromion. Questa area è molto vulnerabile, poiché tra le due strutture ossee non esiste una vera articolazione, ma strutture connettivali molto delicate: legamento coraco-acromiale, borsa sottodeltoidea, tendine sovraspinato e altri tendini della cuffia. Se la testa omerale non è ben centrata e stabilizzata all’interno della cavità glenoidea tende a risalire con compressione e irritazione (impingement) delle strutture connettivali suddette. Le conseguenze saranno processi infiammatori (flogosi): borsite, tendinopatie. La mancanza di centratura della testa omerale in genere è causata da traumi pregressi, posture alterate, microtraumi ripetuti (attività lavorative, sport overhead, ecc.), che determinano, nella maggioranza dei casi una anteriorizzazione della testa omerale. In questi casi la testa omerale risale eccessivamente nei movimenti di abduzione e flessione omerale provocando le condizioni di impingement (conflitto subacromiale).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In queste condizioni, nel tempo si avrà uno squilibrio artro-muscolare, con tensione marcata dei muscoli extrarotatori dell’omero situati posteriormente e detensionamento dei legamenti gleno-omerali posti anteriormente. Questa alterazione biomeccanica determina un’anomala informazione propriocettiva proveniente dai numerosi recettori muscolari e legamentosi coinvolti, nonché una scorretta artro-cinematica del complesso funzionale spalla. Recentemente uno studioso degli Stati Uniti Rick Kaselj, preparatore atletico ed esperto di recupero funzionale, ha definito la cuffia dei rotatori il core stability della spalla. In effetti i muscoli della cuffia svolgono la funzione fondamentale di stabilizzazione attiva e centraggio della testa omerale nella cavità glenoide e pertanto la definizione sembra molto corretta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Kibler in diversi studi scientifici (1995, 2001, 2006), ha affermato che la spalla, dal punto di vista meccanico, presenta una catena cinetica aperta, ovvero la gleno-omerale e una catena cinetica chiusa la scapolo-acromion-clavicolo-sternale. Il corretto funzionamento di queste catene cinetiche con la relativa muscolatura permette durante l’elevazione del braccio, la depressione della scapola e il tilting posteriore dell’acromion con incremento dello spazio subacromiale e conseguente prevenzione del conflitto sub-acromiale (impingement). Kibler e altri autori hanno anche dimostrato la correlazione tra traumi della spalla e scarso livello di controllo motorio e funzionale dei muscoli del “core” (insieme di muscoli delle regioni addominale, lombare e pelvica). Nell’ambito dell’allenamento sportivo diversi studi hanno confermato che nel resistance training (bodybuilding, power lifting) sono in notevole aumento le patologie della spalla (Goertzen 1989, Jones 2000, Keogh 2006), così come riportato da Filippo Massaroni nell’articolo “dossier spalle a rischio” pubblicato sulla rivista Cultura Fisica di gennaio-febbraio 2016. I fattori principali che contribuiscono (concause) all’instaurarsi di queste patologie sono:</div>
<div style="text-align: justify;">
<ul>
<li>Esecuzione tecnica errata</li>
<li>Carichi eccessivi</li>
<li>Squilibrio artro-muscolare</li>
<li>Tempi di recupero insufficienti</li>
<li>Riscaldamento inadeguato</li>
</ul>
</div>
<div style="text-align: justify;">
La sindrome da conflitto sub-acromiale (o da impingement), si manifesta con dolore alla spalla che si irradia in diverse zone del braccio e della scapola (il dolore può essere presente anche di notte) e ridotta funzionalità. Inoltre è presente tendinopatia di vario grado che interessa più frequentemente il sovraspinato per la sua posizione anatomica, e a seguire i muscoli infraspinato, sottoscapolare, piccolo rotondo. Nella patologia cronica anche il capo lungo del bicipite (CLB) può andare incontro a tendinopatia. La diagnosi della sindrome suddetta avviene sulla base di una visita medica specialistica integrata da eventuali esami strumentali come l’ecografia, per valutare le condizioni dei tessuti molli e la risonanza magnetica per valutare anche le strutture articolari. I test clinici più specifici ai fini della diagnosi sono:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<ul>
<li>Test di Jobe</li>
<li>Test di Yocum</li>
<li>Test di Hawkins</li>
</ul>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per quanto riguarda la prevenzione della sindrome da impingement - e di altre patologie della spalla - è fondamentale riscaldare, con carichi bassi, prima dell’allenamento i muscoli della cuffia con esercizi ai cavi, di rotazione interna ed esterna del braccio (vedi foto n.1-2). Gli stessi esercizi, con carichi maggiori, vanno eseguiti in modo sistematico per la corretta tonificazione degli stessi muscoli. Per quanto riguarda il recupero funzionale della sindrome da conflitto - dopo la fase riabilitativa eseguita dal fisioterapista - è consigliabile praticare, in palestra, un protocollo specifico con una determinata tempistica basata sugli studi di Jobe. Questo protocollo suggerisce di iniziare con il recupero della cuffia dei rotatori mediante esercizi con elastici (contrazione auxotonica, vedi foto n.3-4). Successivamente si passa agli stessi esercizi da eseguire però ai cavi con carichi graduali e progressivi. Contemporaneamente si rinforzano i mobilizzatori scapolari che agiscono sull’articolazione scapolo-toracica: romboidi, trapezio medio, dentato anteriore. Infine si attua il potenziamento graduale dei propulsori dell’omero: gran pettorale, gran dorsale, deltoide. Un allenamento molto proficuo per il recupero funzionale del complesso spalla è rappresentato dagli esercizi su superfici instabili - in catena cinetica chiusa - che permettono di aumentare l’intensità e la velocità della contrazione dei muscoli coinvolti, compreso il trasverso dell’addome, come riportato da studi molto recenti (Saliba ed al. 2010, Do, Yoo 2015, Nagai e al. 2016). </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alcuni esercizi su superfici instabili sono riportati nelle foto (vedi foto n.5-6). Questi esercizi in catena cinetica chiusa vanno eseguiti ponendo la mani in appoggio sia in rotazione interna, che in rotazione esterna, in modo da interessare tutti i muscoli della spalla. Inoltre, in ambito preventivo e riabilitativo, uno spazio importante va dedicato agli esercizi di allungamento miofasciale (stretching) per ripristinare il corretto range of motion su tutti i piani di movimento.</div>
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<br /></div>
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BIBLIOGRAFIA</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Corradini A, Sorrentino S. “Tendinopatia della cuffia dei rotatori: esercizio terapeutico”, Il Fisioterapista Maggio/Giugno 2016.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Massaroni F.”Dossier spalle a rischio”, Rivista Cultura Fisica, Gennaio/Febbraio 2016.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Postiglione G. “Allungamento miofasciale nello Sport e nella Riabilitazione”, DEMI Editore, Roma 2013.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tiberi A. “Spalla dolorosa e sport overhead”, Il Fisioterapista Luglio/Agosto 2016.</div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-5574779160747882212016-02-16T21:13:00.000+01:002016-02-16T21:14:52.989+01:00Insonnia da vertigini<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNgGlXnx_ZjQWu9G-4yszN1Bmce6HNwWDk8mMG5Dmd6Oh85OJbbKTTnZbywm3pPmTM1wl5RyFaCdtc1ZwT7nHmVU9OMVH6kYp9TMJqsiSoSNRgqgBFYa-GTAu2H9IC61gatcaZa4nofv4/s1600/insonnia-causata-da-ipertensione.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNgGlXnx_ZjQWu9G-4yszN1Bmce6HNwWDk8mMG5Dmd6Oh85OJbbKTTnZbywm3pPmTM1wl5RyFaCdtc1ZwT7nHmVU9OMVH6kYp9TMJqsiSoSNRgqgBFYa-GTAu2H9IC61gatcaZa4nofv4/s200/insonnia-causata-da-ipertensione.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b>Pubblichiamo la testimonianza di una nostra paziente che da anni soffriva di insonnia da vertigini. Dopo aver risolto il suo problema, ha pensato bene di inviarci un messaggio di ringraziamento che ci onora e ci gratifica. </b></i></div>
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">"Gentile prof.Giovanni Postiglione,</span><br />
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
sono la Sig.ra Carmela e le scrivo perché in seguito al nostro incontro avvenuto al suo studio desidero ringraziarLa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Grazie alla sua attenta analisi posturale sono riuscita finalmente a dormire di nuovo nel mio letto. Infatti da dieci lunghi anni dormivo sopra una poltrona a causa di vertigini insopportabili!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho girato specialisti di tutta la regione ma tutti mi dicevano che il mio problema era relativo alla cervicale che non mi permetteva di stendermi sul letto...poi grazie al vostro lavoro di equipe sono riuscita a scoprire la causa ...</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo la visita e la manovra liberatoria eseguite dall'otorino dott. Capuano Luigi e il successivo programma dì riabilitazione vestibolare e posturale da Lei stilato ed eseguito presso il <a href="http://www.myworldluxor.com/" target="_blank">Centro Fitness e Benessere My World Luxor</a>, sono felicissima di comunicarvi che finalmente sono ritornata a dormire nel mio letto è addirittura a camminare sul tapis roulant".</div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-73407784542218518032016-02-16T20:57:00.001+01:002016-02-16T20:57:12.959+01:00Frattura pluriframmentaria dell'omero<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQMWvEPux4vZFTXfBE__V2sDFkqOM1mCTJfPIWZ3txV9ya008lsaSX_BBlFcjq5ADOsWPIgR-gf3LnnmoH3s_bh3bWnISn2F6Nt9wwWWYJO1JV7jiTgmZwA7rujD4g66FvvL0RE8dcVAU/s1600/IMG-20160216-WA0000.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQMWvEPux4vZFTXfBE__V2sDFkqOM1mCTJfPIWZ3txV9ya008lsaSX_BBlFcjq5ADOsWPIgR-gf3LnnmoH3s_bh3bWnISn2F6Nt9wwWWYJO1JV7jiTgmZwA7rujD4g66FvvL0RE8dcVAU/s200/IMG-20160216-WA0000.jpg" width="141" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Antonio, alle fine di gennaio del 2015, in una caduta dallo scooter ha riportato la frattura pluriframmentaria della testa omerale destra.</div>
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<br /></div>
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Dopo aver consultato tre ortopedici, la terapia consigliata (all’unanimità) è stata quella conservativa, con immobilizzazione del braccio per trenta giorni (gesso).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo tale periodo, Antonio ha praticato un ciclo di circa due mesi di fisioterapia strumentale e cauta mobilizzazione passiva del braccio destro.<a name='more'></a></div>
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<br /></div>
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Nel mese di maggio del 2015 ha iniziato presso il mio studio un ciclo di terapia riabilitativa prescritta dall’ortopedico di fiducia basato su: chinesiterapia, terapia manuale e taping neuromuscolare con sedute bisettimanali e in aggiunta alcuni esercizi da svolgere quotidianamente al proprio domicilio.</div>
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<br /></div>
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Nel mese di ottobre 2015 ha raggiunto un buon grado di recupero funzionale verificato e sottoscritto dal proprio ortopedico e dal controllo radiografico.</div>
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<br /></div>
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Le foto sotto riportate attestano in modo inequivocabile i risultati riabilitativi conseguiti al momento, e intanto continua l’iter riabilitativo finalizzato ad un ulteriore recupero funzionale.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyVnECjenFRJY3hjKzZ9pzL7qgWQiM_1RiAhAG9Tu2f9vzthd0yVafkbIoKZLJg5WCvlzXxqh0HgiBnV8P38VvnKqAgZz2mN1zMltg0pf_iRvyt34Rxc1rbLtmlqeokIGLrFuGNRDmHM0/s1600/IMG-20160216-WA0001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyVnECjenFRJY3hjKzZ9pzL7qgWQiM_1RiAhAG9Tu2f9vzthd0yVafkbIoKZLJg5WCvlzXxqh0HgiBnV8P38VvnKqAgZz2mN1zMltg0pf_iRvyt34Rxc1rbLtmlqeokIGLrFuGNRDmHM0/s320/IMG-20160216-WA0001.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
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Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-48462193454563891992015-02-28T18:39:00.001+01:002015-02-28T18:39:21.257+01:00SPONDILOLISI E SPONDILOLISTESI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhki4baeYRuYYS8pWuYuSghZE4_fkkbt3TcVvJkOzrZaikoOqRoCV3MsB1E3bIfqR0osCEzAUukNaN2rvkmdY6K0f0BOGHQrrIi6f8oR8NgQykzvDTd9v1Al27RZRXJM1T9debD_XaTLgo/s1600/Immagine1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhki4baeYRuYYS8pWuYuSghZE4_fkkbt3TcVvJkOzrZaikoOqRoCV3MsB1E3bIfqR0osCEzAUukNaN2rvkmdY6K0f0BOGHQrrIi6f8oR8NgQykzvDTd9v1Al27RZRXJM1T9debD_XaTLgo/s1600/Immagine1.png" height="200" width="181" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La spondilolisi, dal greco “spondylos” (vertebra) e “lysis” (rottura, lesione), rappresenta l’interruzione dell’istmo, la zona vertebrale che si trova tra la faccetta articolare inferiore e quella superiore di ciascuna vertebra. L’istmo è la parte più delicata dell’arco vertebrale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le ripetute sollecitazioni in iperestensione del tratto lombare possono provocare, oltre che lombalgia, una spondilolisi o una spondilolistesi. </div>
<div style="text-align: justify;">
La spondilolistesi, rappresenta una condizione clinica più grave della spondilolisi. Essa può essere congenita o acquisita (traumatica, microtraumatica,<a name='more'></a> patologica).</div>
<div style="text-align: justify;">
Il termine, che deriva dalla parola greca “spondylos” (vertebra) e “olisthesis” (scivolamento), indica lo scivolamento di una vertebra sull’altra. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nella maggior parte dei casi (75-80%) lo scivolamento in avanti è a carico della quinta vertebra lombare (L5) sul sacro. Negli altri casi lo scivolamento può essere a carico delle altre vertebre lombari, soprattutto L4. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scivolamento vertebrale è favorito dall’aumento della lordosi lombare, dal sovrappeso e da tutte le attività fisiche gravose. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il sintomo principale lamentato dal soggetto è rappresentato dal dolore nella regione lombo-sacrale, talvolta con irradiazione sul gluteo, che si amplifica nei movimenti di flesso-estensione lombare o aumento della lordosi.</div>
<div style="text-align: justify;">
La diagnosi clinica è confermata da un’indagine radiografica del tratto lombosacrale nelle proiezioni latero-laterale e obliqua.</div>
<div style="text-align: justify;">
In base alla gravità dello scivolamento, valutabile radiograficamente, la spondilolistesi viene classificata in quattro gradi (secondo Meyerding): primo (lieve), secondo (medio), terzo (grave), quarto (molto grave).</div>
<div>
Nella spondilolistesi di primo e secondo grado la terapia è di tipo conservativo, mentre nei gradi successivi la soluzione è chirurgica. <br /><br />In particolare il programma riabilitativo per il trattamento della spondilolisi e della spondilolistesi di primo-secondo grado deve prevedere:<br /><br />1. Esercizi di retroversione del bacino (in posizione supina, prona, seduta, eretta).<br /><br />2. Tonificazione dei muscoli glutei in retroversione.<br /><br />3. Tonificazione dei muscoli dell’addome in retroversione.<br /><br />4. Allenamento funzionale dei muscoli del core (core stability).<br /><br />5. Posture (in scarico) di stretching globale.<br /><br />6. Taping muscolare.<br /><br />7. Educazione e ginnastica respiratoria (diaframmatica).<br /><br />8. Ergonomia posturale (evitare esercizi e posture in iperlordosi lombare).<br /><br />9. Evitare attività sportive e lavorative gravose.<br /><br />10. Mantenere un peso corporeo nella norma.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ9zROD9JK9_6g7yAsCLGfCg_VHyexpYfn4bTUqnloMsHCOl9nKbNPuGWz688G4It10xZB8ObPhFFX2MTVldrQCD2OpoDDRODMCvbmc1oxlsbv64puxa1zVZuwJHEdrL1ZqsKv_KigrIU/s1600/immagine+2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ9zROD9JK9_6g7yAsCLGfCg_VHyexpYfn4bTUqnloMsHCOl9nKbNPuGWz688G4It10xZB8ObPhFFX2MTVldrQCD2OpoDDRODMCvbmc1oxlsbv64puxa1zVZuwJHEdrL1ZqsKv_KigrIU/s1600/immagine+2.png" height="290" width="320" /></a></div>
<div>
<br />
<br />
<div class="ListParagraphCxSpUltimo" style="margin-left: 18.0pt; mso-add-space: auto; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
</div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-6921880390938536792013-11-10T14:44:00.000+01:002013-11-10T14:44:45.315+01:00La tecnica dei pompages nel dolore muscolo-scheletrico<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAAe-y0ApwpnBDgwn_8OfVgc6qxeaeBzrMhxvG1dCMKuyI5k3qdINNk3M91NkHeR_jrvr56IW-7hxu2v6zG2eQ67DeapI6Pbq3OEPC4Mj6qkTvixr11wrLKzkZBsEpATQkGc9wFH3Os6I/s1600/pompage++muscoli+ischiocrurali.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAAe-y0ApwpnBDgwn_8OfVgc6qxeaeBzrMhxvG1dCMKuyI5k3qdINNk3M91NkHeR_jrvr56IW-7hxu2v6zG2eQ67DeapI6Pbq3OEPC4Mj6qkTvixr11wrLKzkZBsEpATQkGc9wFH3Os6I/s200/pompage++muscoli+ischiocrurali.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La tecnica dei "pompages" è una forma dolce di allungamento miofasciale utilizzata in terapia manuale, ideata dall’osteopata statunitense Cathie e ripresa successivamente dal fisioterapista francese Bienfait.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Con questa tecnica si agisce sui muscoli e sulle strutture connettivali come fasce,tendini e legamenti per ottenere diversi benefici. Innanzitutto, con i “pompages” si stimola la circolazione dei fluidi (sangue e linfa) e si allentano<a name='more'></a> le tensioni muscolari. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Questa tecnica manuale, dolce e priva di effetti collaterali, è indicata in caso di contratture, dolori vertebrali, artrosi, retrazioni muscolari per ottenere riduzione del dolore, rilassamento muscolare e benefici articolari. La tecnica dei pompages può prevenire anche la degenerazione della cartilagine articolare, attraverso il mantenimento dell’equilibrio idrico nelle strutture cartilaginee, prive di circolazione sanguigna. Dal punto di vista metodologico, questa tecnica si effettua in tre tempi. Il primo tempo consiste nella messa in tensione del segmento corporeo interessato. Questa azione manuale deve essere eseguita dal fisioterapista in modo lento, progressivo e regolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il secondo tempo è la fase di mantenimento della tensione che può durare dai 10 ai 20 secondi, in base all’obiettivo principale (circolatorio, muscolare o articolare). Infine, il terzo tempo è quello del ritorno della messa in tensione, che deve essere lento, specie quando si vuole ottenere un maggiore effetto circolatorio. Ciascun pompage si esegue per circa 5-10 ripetizioni, sempre con un approccio dolce nei confronti del paziente. </div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTdHcorIChgeYXAzpfIp0D_boI5U2BFp0Lf0TMj7EbxpAJHqv0_1_h7dZck8vq-Ire3CtM2gvhY1ZOrUL7ETEUibCE8OYdUnIxaVTyn2Bnbx7swKaLuEH38NnP5vGSZ7AHomsX8WOA_DY/s1600/pompage+sacro-lombare.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="108" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTdHcorIChgeYXAzpfIp0D_boI5U2BFp0Lf0TMj7EbxpAJHqv0_1_h7dZck8vq-Ire3CtM2gvhY1ZOrUL7ETEUibCE8OYdUnIxaVTyn2Bnbx7swKaLuEH38NnP5vGSZ7AHomsX8WOA_DY/s200/pompage+sacro-lombare.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Le sedute, eseguite dal fisioterapista competente, sono mono o bisettimanali, a seconda dei casi e dopo 5-8 trattamenti si ottengono, generalmente, risultati soddisfacenti e duraturi.</div>
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<br /></div>
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Questo approccio, integrato con altre tecniche manuali e non (massaggio connettivale, mobilizzazioni, taping miofasciale), è in grado di ridurre la sintomatologia dolorosa, migliorare la mobilità articolare e decontrarre i muscoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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In particolare trova indicazione nei dolori vertebrali (cervicalgia, lombalgia), nel trattamento dei traumi muscoloscheletrici (colpo di frusta, distorsioni,) nelle patologie microtraumatiche (spalla dolorosa) e dopo interventi chirurgici dell’apparato locomotore.</div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-34123501718646537322013-05-17T21:18:00.000+02:002013-09-11T00:33:09.622+02:00Benvenuti su Schiena OK<div style="text-align: justify;">
<strong><span style="color: black;">RIABILITAZIONE ALTERAZIONI POSTURALI E PATOLOGIE VERTEBRALI</span></strong></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKTVTWMsU_hjEZxNTOFvk60p-2kEDstBoQZBL5Vs_WIo_ebOk9myfaTWKO-6vyLR-VTOWRPg34ioTC21mozjFsEa3gOAFiRAZROLlKu6GF-MVgC0MDFW5OEb4gz711GwRSRQH2qlQGZVY/s1600/posturologiaoggi_it_bkumbria_1191948647.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKTVTWMsU_hjEZxNTOFvk60p-2kEDstBoQZBL5Vs_WIo_ebOk9myfaTWKO-6vyLR-VTOWRPg34ioTC21mozjFsEa3gOAFiRAZROLlKu6GF-MVgC0MDFW5OEb4gz711GwRSRQH2qlQGZVY/s320/posturologiaoggi_it_bkumbria_1191948647.jpg" /></a></div>
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Benvenuti sul Blog ufficiale del <strong>Dott. Giovanni Postiglione</strong>, Dottore in Fisioterapia e in Scienze Motorie, perfezionato in Posturologia e Osteopatia, che ha lo scopo di affrontare il mondo delle alterazioni posturali e le patologie della colonna vertebrale.<br />
Recentemente l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che le alterazioni posturali e le patologie funzionali della colonna vertebrale sono in continuo aumento.<br />
Le cause, tralasciando quelle traumatiche, sono da<br />
<a name='more'></a> ricercare nella cattiva gestione del nostro corpo durante le attività quotidiane e nell'utilizzo di stili di vita scorretti (alimentazione squilibrata, vita sedentaria, inquinamento acustico ed ambientale, elettrosmog, ritmi frenetici). <br />
Il terapeuta specializzato in posturologia ed osteopatia, grazie alla visione olistica (globale) della persona, accompagna, sostiene e guida il paziente lungo il percorso che conduce al recupero funzionale ed all'autoguarigione.</div>
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<strong><span style="color: red;">VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE</span></strong></div>
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<br /></div>
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<strong>Professionalità, competenza e disponibilità al vostro servizio per il trattamento delle seguenti disfunzioni e patologie:</strong></div>
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<div style="text-align: justify;">
Mal di schiena (lombalgia)</div>
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Sciatalgia</div>
<div style="text-align: justify;">
Cervicalgia</div>
<div style="text-align: justify;">
Ernie e protrusioni discali<br />
Artrosi</div>
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Vertigini</div>
<div style="text-align: justify;">
Spalla dolorosa</div>
<div style="text-align: justify;">
Gonalgia (ginocchio doloroso)</div>
<div style="text-align: justify;">
Scoliosi</div>
<div style="text-align: justify;">
Dorso curvo (ipercifosi)</div>
<div style="text-align: justify;">
Iperlordosi</div>
<div style="text-align: justify;">
Squilibri del piede </div>
<div style="text-align: justify;">
Metatarsalgia</div>
<div style="text-align: justify;">
Tendinopatia</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<strong><span style="color: red;">SERVIZI</span></strong></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Valutazione posturale globale</span> attraverso esami e test clinici, integrati dallo studio del piede e dall’analisi del passo mediante pedana elettronica baropodometrica. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Riabilitazione posturale</span> e recupero funzionale attraverso le seguenti terapie naturali, prive di qualsiasi effetto collaterali: </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. <a href="http://www.schienaok.com/2010/09/losteopatia.html"><span style="color: red;">Osteopatia e terapia man</span><span style="color: red;">uale</span></a> (mobilizzazioni vertebrali, normalizzazioni articolari, manipolazioni viscerali, massaggio connettivale, terapia cranio sacrale, Kinesiologia applicata).</div>
<div style="text-align: justify;">
2. <span style="color: red;"><a href="http://www.schienaok.com/2010/08/kinesio-taping.html"><span style="color: red;">Kinesiotaping</span></a> </span>(cerotto senza farmaci con effetto antinfiammatorio, drenante e analgesico).</div>
<div style="text-align: justify;">
3. <span style="color: red;"><a href="http://www.schienaok.com/2010/09/auricoloterapia.html"><span style="color: red;">Auricoloterapia</span></a> </span>(stimolazione del padiglione auricolare per scopi terapeutici).</div>
<div style="text-align: justify;">
4. <a href="http://www.schienaok.com/2010/09/posturologia-e-riprogrammazione.html"><span style="color: red;">Riprogrammazione posturale globale</span></a> (riequilibrio dei recettori posturali mediante suolette, bite, ecc.).</div>
<div style="text-align: justify;">
5. <a href="http://www.schienaok.com/2010/03/la-rieducazione-posturale.html"><span style="color: red;">Rieducazione posturale</span></a> (kinesiterapia, stretching globale, aggiustamento e percezione posturale, ecc.)</div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-84466134735573964222012-11-13T21:49:00.000+01:002012-11-13T22:07:04.059+01:00Sciatalgia o "sindrome del piriforme"?<span lang=""><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPcZGPF7NuVeTk1zhctCzrh1skzvfIRxfFuHXimYQ48JTsT5c04Dm6Vosk-vylwjabHIcqLI8y5cGI-Q74qQTtu-4U9LOMgTlx9jrlwFQCrfdiJAC-OJCadcP9CCLUrYdfKg8R_9HsKIo/s1600/schienaokimg.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPcZGPF7NuVeTk1zhctCzrh1skzvfIRxfFuHXimYQ48JTsT5c04Dm6Vosk-vylwjabHIcqLI8y5cGI-Q74qQTtu-4U9LOMgTlx9jrlwFQCrfdiJAC-OJCadcP9CCLUrYdfKg8R_9HsKIo/s200/schienaokimg.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>muscolo piriforme</b> è un muscolo piuttosto sottile e piatto costituito da tre fasci che originano dal secondo e terzo forame sacrale. È posizionato sia all'interno che all'esterno della pelvi (bacino). La parte intrapelvica è posizionata contro la parete laterale e ha di fronte il plesso sacrale e i vasi ipogastrici; la parte extrapelvica decorre tra il muscolo piccolo gluteo posizionato superiormente e i muscoli gemelli e otturatore interno che sono invece posizionati inferiormente. Il nervo sciatico origina dai nervi spinali L4-L5 e L5-S1 e passa, in genere, al di sotto del muscolo</div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
piriforme. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo muscolo ha funzione extrarotatoria (ruota in fuori la coscia) con lieve componente di abduzione e di estensione. </div>
<div style="text-align: justify;">
In fase di appoggio, stabilizza il femore. Spesso è soggetto a contratture e ipertonie, che possono scatenare la cosiddetta <strong>sindrome del piriforme</strong>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
La patologia</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</b>La sindrome del piriforme è una patologia che provoca un dolore di tipo sciatalgico ("<b>falsa sciatalgia</b>"). Se fra le cause di tale dolore si possono escludere patologie quali un'ernia del disco (L4-L5 o L5-S1), una stenosi lombare, una massa neoplastica o un ematoma a livello dei muscoli ischio-crurali è opportuno effettuare indagini a livello del muscolo piriforme; è possibile infatti che una sofferenza del muscolo (dovuta ai motivi più svariati) sia la causa della dolorabilità sciatalgica. Il primo autore a ipotizzare il ruolo del muscolo piriforme quale causa di dolore di tipo sciatalgico fu W. Yoeman, nel 1928,ma non fu lui a parlare di "sindrome del piriforme", bensì D. Robinson, nel 1947 (<i>Piriformis muscle in relation to sciatic pain</i>). </span><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La sintomatologia deriva o dalla compressione del nervo sciatico contro l'arcata ossea del grande forame ischiatico o, nella maggior parte dei casi, dalla irritazione dello stesso nervo, da parte del ventre del muscolo piriforme, che in caso di contrattura e ipertonia comprime le fibre nervose adiacenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><div align="justify">
Le cause</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</b>L'eziologia della sindrome del muscolo piriforme è multifattoriale; dai dati presenti in letteratura sembra che la causa più frequente sia di tipo traumatico; altre cause sono le eterometrie degli arti inferiori, i microtraumi, le miositi del piriforme, gli interventi chirurgici all'anca.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><div align="justify">
<em></em></div>
<div align="justify">
<em> </em></div>
<div style="text-align: justify;">
I sintomi</div>
</b> - La sintomatologia della sindrome del piriforme è alquanto variegata. Spesso si avverte dolore, talvolta accompagnato da parestesie, al tratto lombare, alla regione dei glutei, nelle zone posteriori della gamba e della coscia e anche alla pianta del piede; altri sintomi che possono comparire sono deficit di tipo motorio, riduzioni della sensibilità in alcune zone degli arti inferiori e gonfiore esteso nella zona che va dal sacro al gran trocantere. La sintomatologia è accentuata se il soggetto è rimasto a lungo seduto (in particolar modo con il femore intraruotato) oppure se sono state svolte attività sportive o lavorative caratterizzate da notevole intensità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><div align="justify">
La diagnosi</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</b>La diagnosi della sindrome del muscolo piriforme viene effettuata, di norma, attraverso un esame di tipo clinico; talvolta può essere necessario ricorrere a indagini supplementari (elettromiografia per valutare la conducibilità nervosa del nervo sciatico, TAC e risonanza magnetica). </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Fra i test clinici maggiormente usati per la diagnosi della patologia in questione ricordiamo il <b>test di Freiberg, </b>il test di <b>Pace e Nagle</b> e <b>il test dei rotatori esterni del femore</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><div style="text-align: justify;">
Nel <i>test di Freiberg</i>, </div>
</b>il paziente è in posizione prona, flette in modo passivo il ginocchio a 90° e porta la gamba all'esterno allo scopo di imprimere una rotazione interna al femore; Il test viene ritenuto positivo in caso di dolore e di sintomi da compressione del nervo sciatico. </div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Nel <i>test di Pace e Nagle</i></b> il paziente, in posizione seduta, compie un'abduzione-extrarotazione isometrica delle anche contro le mani del medico. L'aumento del diametro del muscolo unito alla tensione causata dalla contrazione scatena, in caso di positività, dolori miofasciali.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="justify">
Il test dei rotatori esterni del femore</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
si effettua col paziente supino sul lettino, il terapeuta prende le caviglie ed effettua delle rotazioni interne degli arti inferiori distesi determinando uno stiramento dei muscoli piriformi; dal lato della contrattura la gamba ruoterà di meno e il paziente può riferire dolore.
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><div align="justify">
Il trattamento</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</b>– Esistono diverse modalità di trattamento di questa patologia sia di tipo farmacologico sia di tipo fisico. I trattamenti di tipo farmacologico comprendono l'assunzione orale di farmaci antinfiammatori non steroidei e di farmaci miorilassanti. Le terapie fisiche consigliate sono gli ultrasuoni, la tecarterapia e i massaggi trasversali profondi. Ottimi risultati si ottegono con <b>la terapia manuale, lo stretching e il taping neuromuscolare</b>, approcci privi di effetti collaterali. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La ripresa dell'attività sportiva (o lavorativa) deve avvenire in modo graduale. Durante il periodo di trattamento può essere utile, nelle ore di sonno, posizionare un cuscino tra le ginocchia allo scopo di favorire il rilassamento del muscolo. </div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-48181878122778921202012-05-17T09:34:00.000+02:002012-05-17T09:57:10.252+02:00Ernia e protrusione discale<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXlsnihHBwd0ShQ4NE6WbnOcxDty-ZszMmCJkD6119BNYOjIldGtu6N5BWCL8PZabw-JxzVAK7gC3qRBeoznyktTeYlrD-bnnv-rKLxGnZeftSQGw-cH1J5m2bF4XTn9lAZs7pImL-2mQ/s1600/Protrusione_discale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="163" q6="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXlsnihHBwd0ShQ4NE6WbnOcxDty-ZszMmCJkD6119BNYOjIldGtu6N5BWCL8PZabw-JxzVAK7gC3qRBeoznyktTeYlrD-bnnv-rKLxGnZeftSQGw-cH1J5m2bF4XTn9lAZs7pImL-2mQ/s200/Protrusione_discale.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Protrusione discale</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Le patologie meccaniche del disco intervertebrale, negli ultimi decenni hanno registrato un notevole aumento, per una serie di fattori legati allo stile di vita che si sommano alla predisposizione anatomica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il disco intervertebrale è una struttura fibrocartilaginea interposta tra due corpi vertebrali, dalla seconda vertebra cervicale fino all’osso sacro, che svolge la funzione prevalente di “ammortizzatore” dei carichi.</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Esso ha una forma circolare con uno spessore variabile (i dischi più spessi sono quelli lombari) e risulta costituito da una parte periferica (anello fibroso), formata dalla successione di strati fibrosi concentrici, e una parte centrale, detta nucleo polposo, una sostanza gelatinosa chiusa all'interno dell'anello fibroso. Può essere considerato un sistema idraulico per le sue capacità di idratarsi e disidratarsi; infatti il nucleo si disidrata per la pressione esercitata dalla gravità e dal peso corporeo sui dischi, mentre si imbibisce di liquidi nutritivi, provenienti dai piatti vertebrali contigui, nella posizione di decubito.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La pressione al centro del nucleo non è mai nulla, anche in scarico permane uno stato di “precompressione”, che aumenta notevolmente la resistenza del disco alle diverse sollecitazioni. Questa “precompressione” è dovuta allo stato di idrofilia del nucleo contenuto in un alloggiamento non estensibile (anello fibroso). I microtraumi ripetuti e il passare degli anni producono nel nucleo la riduzione dell’idrofilia e la diminuzione dello stato di precompressione, con conseguente degenerazione e disidratazione discale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le patologie meccaniche del disco sono, fondamentalmente, la protrusione e l’ernia discale. La protrusione discale rappresenta una dislocazione del materiale nucleare all’interno del disco che rimane integro e pertanto questo danno risulta riducibile. Invece l’ernia discale, rappresenta un prolasso del nucleo (danno non riducibile) con deformazione e sfiancamento della parete posteriore e/o posterolaterale dell’anello fibroso. Spesso rappresenta il risultato di un traumatismo acuto oppure di un aggravamento di una protrusione discale trascurata. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivZTre-WYMIeaE8q5ZaRlxcq_sZxNiuAbGsTy_3Jw_FxKjQsFLJlzUutiU4Fy33qeTUR85ObLz5KWkRLWxV0NbSpckG8Zz5kfn3Cns9Z5HGxc1_jv_c9OUiDcTi-gYm8c5WwyH4XTswRw/s1600/Rapporto_tra_ernia_e_legamento_posteriore.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" q6="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivZTre-WYMIeaE8q5ZaRlxcq_sZxNiuAbGsTy_3Jw_FxKjQsFLJlzUutiU4Fy33qeTUR85ObLz5KWkRLWxV0NbSpckG8Zz5kfn3Cns9Z5HGxc1_jv_c9OUiDcTi-gYm8c5WwyH4XTswRw/s320/Rapporto_tra_ernia_e_legamento_posteriore.jpg" width="190" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rapporto tra ernia e legamento posteriore</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sia la protrusione che l’ernia discale sono più frequenti a livello degli ultimi dischi lombari ( L4-L5 e L5-S1) e dei dischi cervicali bassi (C6-C7 e C5-C6). La sintomatologia prevalente lamentata dai pazienti e caratterizzata da: dolore, parestesie e limitazione nei movimenti. Chiaramente in caso di ernia cervicale i sintomi interesseranno gli arti superiori (cervicobrachialgia), mentre in caso di ernia lombare possiamo avere una lombosciatalgia (danno discale L4-L5 oppure L5-S1) con irradiazione dei sintomi nella regione posteriore della coscia o una lombocruralgia (danno discale L2-L3 o L3-L4) con irradiazione dei sintomi nella regione antero-interna della coscia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questi sintomi rappresentano la conseguenza della compressione e irritazione delle strutture nervose (radice nervosa) da parte dell’ernia discale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Diagnosi</strong></div>
<div style="text-align: justify;">
La visita medica specialistica (ortopedico, neurochirurgo, ecc.) attraverso un’anamnesi accurata e un esame clinico rappresenta il primo passo della diagnosi. Le indagini strumentali (TAC, risonanza magnetica, ecc.) sono, oggi, fondamentali per confermare e approfondire la diagnosi clinica. Il medico specialista, infine, dovrà decidere, in base al quadro clinico, se il paziente necessita di un trattamento chirurgico oppure di un approccio conservativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Trattamento</strong></div>
<div style="text-align: justify;">
Il trattamento dell’ernia discale può essere diviso in due categorie: conservativo e chirurgico. In alcuni casi, un’ernia voluminosa (che causa una pressione significativa sulle strutture nervose), può essere risolta solo con la chirurgia. Il trattamento conservativo, preceduto sempre dalla valutazione fisioterapica, consiste in una terapia neuro-biomeccanica integrata e personalizzata costituita da: <a href="http://www.schienaok.com/2010/09/losteopatia.html">terapia manuale</a>, <a href="http://schienaok.blogspot.com/2010/08/kinesio-taping.html">Kinesio Taping</a> neuromuscolare, <a href="http://www.schienaok.com/2010/09/posturologia-e-riprogrammazione.html">riprogrammazione posturale globale</a> e <a href="http://www.schienaok.com/2010/03/la-rieducazione-posturale.html">rieducazione funzionale</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una grande percentuale di pazienti può migliorare e raggiungere un buon recupero funzionale senza l’intervento chirurgico. Quest’ultimo è riservato ai pazienti che presentano segni e sintomi che richiedono decompressione urgente delle strutture nervose oppure a quelli che hanno fallito la gestione conservativa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9Olozt071FlYe2VfR1Uz0SUMe9l4FPE3c79g_CO4ywo5hgv6ZHzDvxvnc0bQ9knpMwjuqKjua7YYXreOw0baA5sWRMMQYW2JQUEJjOh-MFWm6irUuEBBK6jg1kV_ReceORr919tp-k0U/s1600/Tipologie_di_ernia_discale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="268" q6="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9Olozt071FlYe2VfR1Uz0SUMe9l4FPE3c79g_CO4ywo5hgv6ZHzDvxvnc0bQ9knpMwjuqKjua7YYXreOw0baA5sWRMMQYW2JQUEJjOh-MFWm6irUuEBBK6jg1kV_ReceORr919tp-k0U/s320/Tipologie_di_ernia_discale.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tipologie di ernia discale</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-64479707452395337562012-05-17T07:30:00.001+02:002022-12-22T19:40:29.096+01:00Kinesio Taping<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.tapingmiofasciale.com/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxNzft8_sLfw6y_zCF3nLQlcLe__OHEFt39opBprMhVGslhT-C-801snlaPYVlnkVORHWHffdnflcKqelMFvEeBPiCH2hn9DlJQG4N3qXkgqWe6zIX80qFL_QqFNCWTpFrZBnnywuqke2r/s320/mt+logo.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il <strong>Taping Miofasciale </strong>è l'evoluzione del Kinesio Taping (o bendaggio neuromuscolare), una tecnica ideata negli anni settanta da un chiropratico giapponese, Kenzo Kase, il quale scoprì che i muscoli e gli altri tessuti potevano essere aiutati attraverso l’applicazione di particolari cerotti sulla pelle. Successivamente si è diffusa prima in ambito sportivo (nei giocatori olimpionici giapponesi di pallavolo) e poi in riabilitazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpYMEOO30w1jCs6j5F7Ga9bU6czRhyphenhyphenZ7X-kud6CHsrOYVavOU1XzizXy8pGxsjsW8SWWjwrJLsudaUrkLS6UAHWt2_9kSN965aTrR-8VFXZaQN7GKIfy_Y9X5zVFcSsknL4oPByyaMTiE/s1600/Kinesiotaping_x_epicondilite.JPG" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="111" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpYMEOO30w1jCs6j5F7Ga9bU6czRhyphenhyphenZ7X-kud6CHsrOYVavOU1XzizXy8pGxsjsW8SWWjwrJLsudaUrkLS6UAHWt2_9kSN965aTrR-8VFXZaQN7GKIfy_Y9X5zVFcSsknL4oPByyaMTiE/s200/Kinesiotaping_x_epicondilite.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Kinesio Taping per epicondilite</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il bendaggio neuromuscolare è un approccio correttivo neuro biomeccanico che facilita la circolazione sanguigna e linfatica dell’area interessata e permette il recupero dei traumi e delle disfunzioni dell’apparato muscolo-scheletrico.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh6Evs6EouurUGjRrxkaKmqK1aUlaaFr0TcvwpEgsPMHNmH9xrvYZoOqJjedSJJbYLX8yPcDujJyJmJOjBtd1mG01lyBLBkncTIODxNEfQ0wFB9D53cREguICWdfBf4Z-3vARf7RUmUhc/s1600/Kinesiotaping_x_dolore_cervicale.JPG" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh6Evs6EouurUGjRrxkaKmqK1aUlaaFr0TcvwpEgsPMHNmH9xrvYZoOqJjedSJJbYLX8yPcDujJyJmJOjBtd1mG01lyBLBkncTIODxNEfQ0wFB9D53cREguICWdfBf4Z-3vARf7RUmUhc/s200/Kinesiotaping_x_dolore_cervicale.JPG" width="138" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Kinesio Taping per dolore cervicale</td></tr>
</tbody></table>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: justify;">
Il<strong> Taping Miofasciale</strong> è una nuova ed efficace terapia naturale che si effettua applicando sulla pelle un "cerotto" privo di farmaci ed anallergico, in grado di stimolare le capacità di autoguarigione dei muscoli e delle articolazioni quando sono poste in condizioni di "rilassamento". Questo cerotto (tape) presenta caratteristiche molto simili alla pelle umana, in particolare spessore e grado di elasticità. Pertanto è in grado di stimolare efficacemente la pelle e la fascia muscolare. </div>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: justify;">
Il <strong>Taping Miofasciale</strong> rappresenta una correzione neuro-biomeccanica che facilita la circolazione sanguigna e linfatica dell’area interessata e permette il recupero funzionale in caso di trauma e dolore muscolo-scheletrico dopo pochi trattamenti (mal di schiena, cervicalgia, artrosi, periartrite scapolo-omerale, gonalgia, distorsioni, ecc.).</div>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: justify;">
Solo professionisti formati in corsi ufficiali da insegnanti qualificati possono essere garantiti per i loro risultati e per l’alto livello di competenza terapeutica raggiunto nella tecnica <strong>Taping Miofasciale</strong>.<br />
<br />
Il prof. Giovanni Postiglione è proprietario del marchio <b style="text-align: center;"><i>MT Myofascial Taping® per l'Italia.</i></b></div>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: justify;">
<strong>ALTRE APPLICAZIONI:</strong><br />
<strong><br /></strong>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiREaoq4c1UCTs_hdsKvJi_xFtnJ1vdCvIy9trtD89H0lJ2PhXa9ejL-iKCVzYPOqLiZvq_pqPAuBrQ-0Ihk4wblve_XQe6R3kgmOkv56P8whpiVhHnFx2gtc7wSJ7xkORUyH46U02OipE/s1600/Trattamento+lombalgia.jpg" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" q6="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiREaoq4c1UCTs_hdsKvJi_xFtnJ1vdCvIy9trtD89H0lJ2PhXa9ejL-iKCVzYPOqLiZvq_pqPAuBrQ-0Ihk4wblve_XQe6R3kgmOkv56P8whpiVhHnFx2gtc7wSJ7xkORUyH46U02OipE/s200/Trattamento+lombalgia.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px; text-align: center;">Taping Miofasciale per il mal di schiena</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdMaTbRxpEYuterooFx68ZMMWQ3RJN_gG7k7jRdEqKyl3b2EyxwD3Dn_k7YVcRIXOKGJn7qgU6hu1o0Y-bawkKADkRXwJRpW6xn3DZyPfo30EF9WTIhLTL2qmH2sMGa-WyUYsP8g-ZKDw/s1600/Kinesiotaping_x_tendinite.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdMaTbRxpEYuterooFx68ZMMWQ3RJN_gG7k7jRdEqKyl3b2EyxwD3Dn_k7YVcRIXOKGJn7qgU6hu1o0Y-bawkKADkRXwJRpW6xn3DZyPfo30EF9WTIhLTL2qmH2sMGa-WyUYsP8g-ZKDw/s320/Kinesiotaping_x_tendinite.JPG" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Taping Miofasciale per tendinite</td></tr>
</tbody></table>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; text-align: center;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiItuXg9z1XkwsiGYLspZCYWDEXS09L7ufK3jpjHVyjTyQnmm4DYBplbEBHqlZPOOpaYmS_w4rSCwPpQjYzROiBPpyNq_VukfwHMM2vi-BjbbY6Aslb1OvJRgAn0I9o6SpVgP_p2jQ5T9M/s1600/Trattamento+epicondilite.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="79" q6="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiItuXg9z1XkwsiGYLspZCYWDEXS09L7ufK3jpjHVyjTyQnmm4DYBplbEBHqlZPOOpaYmS_w4rSCwPpQjYzROiBPpyNq_VukfwHMM2vi-BjbbY6Aslb1OvJRgAn0I9o6SpVgP_p2jQ5T9M/s200/Trattamento+epicondilite.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Trattamento epicondilite</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr6vtQZRc6uKUJCr8qaJERL9YIP1iYUoAyH4jNI6JrwMWFehOoIHFSfFtr9bZpx1BtJ-HUhyeubAsDvC15_VTFNiTEVrtNKKyJE7zY8bACD-8ID1Qjb9EAFkzMJA4mAUezimwqkOnmoLw/s1600/trattamento+protrusione+discale.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" q6="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr6vtQZRc6uKUJCr8qaJERL9YIP1iYUoAyH4jNI6JrwMWFehOoIHFSfFtr9bZpx1BtJ-HUhyeubAsDvC15_VTFNiTEVrtNKKyJE7zY8bACD-8ID1Qjb9EAFkzMJA4mAUezimwqkOnmoLw/s200/trattamento+protrusione+discale.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption">Trattamento protrusione discale</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0T2sQ3mF2hr9TEwl5wn1LvikWTY2LUrW2MTwdF9oMoos1mhSXNFIcJALBgdgRbKD6wpDEl0p0Kifq87tTxiJjx_hgxLSnxqmO9phdxZcRXaIQISS_VPC45JclW30E0DJHzjNy4vRaHoE/s1600/Trattamento+colpo+di+frusta.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" q6="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0T2sQ3mF2hr9TEwl5wn1LvikWTY2LUrW2MTwdF9oMoos1mhSXNFIcJALBgdgRbKD6wpDEl0p0Kifq87tTxiJjx_hgxLSnxqmO9phdxZcRXaIQISS_VPC45JclW30E0DJHzjNy4vRaHoE/s200/Trattamento+colpo+di+frusta.JPG" width="157" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption">Trattamento per colpo di frusta</td></tr>
</tbody></table>
</div>
Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-82034691728260337742012-05-17T07:00:00.000+02:002012-05-17T10:01:11.372+02:00Posturologia e riprogrammazione posturale globale<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy_tVfItDxI-m_Ca0Plmxa6g9GESi-OkKXCq5gN7pKZ_snZFusLVHnFJJMdYNW7faww-w0aHbatkH3ebR8Zw9mXTC6nGqdHKp6fIzSp38p0eeE0-G2nHffdG_Fs80IuMLTD2dusGsNd2c/s1600/Analisi_posturale_dorsale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" px="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy_tVfItDxI-m_Ca0Plmxa6g9GESi-OkKXCq5gN7pKZ_snZFusLVHnFJJMdYNW7faww-w0aHbatkH3ebR8Zw9mXTC6nGqdHKp6fIzSp38p0eeE0-G2nHffdG_Fs80IuMLTD2dusGsNd2c/s200/Analisi_posturale_dorsale.jpg" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Analisi Posturale Dorsale</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
La posturologia è una nuova disciplina medica che partendo da una visione globale dell’uomo, studia, in chiave interdisciplinare, le disfunzioni del sistema posturale e le patologie funzionali della colonna vertebrale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Essa è riuscita a dimostrare l’importanza delle afferenze e dei recettori posturali nel controllo e nella regolazione della postura, intesa non solo come posizione del corpo nella spazio, ma come mezzo di relazione e comunicazione con l’ambiente circostante. Il sistema posturale è influenzato dalle afferenze provenienti da diversi</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
apparati: masticatorio, visivo, vestibolare, oculomotorio, podalico e artromuscolare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Recettori specifici situati nella pianta dei piedi, nell’orecchio interno, nella bocca, nella colonna vertebrale e nei muscoli esterni degli occhi, inviano informazioni al sistema nervoso centrale, dove subiscono complessi processi di elaborazione e integrazione, che influenzano la postura e il tono muscolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questi “recettori posturali”, organizzati in complessi circuiti nervosi, costituiscono il cosiddetto “sistema tonico-posturale” che può essere squilibrato facilmente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Problemi dentali (malocclusione), squilibri del piede, cicatrici, traumi, colpi di frusta, vertigini, disturbi visivi ed oculomotori, possono determinare uno squilibrio funzionale dei “recettori posturali”, che si manifesta con: mal di schiena, tensione cervicale, dolori articolari, cefalea, vertigini, stanchezza. </div>
<div style="text-align: justify;">
La Posturologia ci ha fatto comprendere che un difetto dei piedi (piede piatto/cavo, gamba corta), un disturbo a carico dei denti (occlusione squilibrata, digrignamento), una cicatrice patologica (parto cesareo, interventi chirurgici), un trauma, una disfunzione viscerale possono determinare mal di schiena e disturbi vertebrali. </div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiizfZICcJJa1SueG6fJywhq_Kyjgwa0nFvMHOHPqT0sIg66G6aRP7cEaLurIlxPivg8XXD3FvBnVT76VFcSs2x0HSSgSXzkr7w6935jI2KCc_HvZMy8kqIa4_QVubvANlEem9YVu6gJsQ/s1600/gibbo_scoliotico.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" px="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiizfZICcJJa1SueG6fJywhq_Kyjgwa0nFvMHOHPqT0sIg66G6aRP7cEaLurIlxPivg8XXD3FvBnVT76VFcSs2x0HSSgSXzkr7w6935jI2KCc_HvZMy8kqIa4_QVubvANlEem9YVu6gJsQ/s200/gibbo_scoliotico.jpg" width="160" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gibbo scoliotico</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa nuova branca della medicina è in grado di valutare in modo globale lo stato di salute della persona e può fornire risposte concrete ai diversi deficit posturali. Esaminando la storia clinica del paziente, prendendo visione delle indagini strumentali svolte ( radiografie, tac, risonanze magnetiche, ecografie) ed eseguendo alcuni test specifici, il posturologo è in grado di evidenziare eventuali torsioni, squilibri e patologie funzionali a carico del bacino, degli arti inferiori e della colonna vertebrale (scoliosi, dorso curvo, ecc.).</div>
<div style="text-align: justify;">
Con l’ausilio di altri test clinici, vengono valutate le arcate dentarie, le cicatrici, i muscoli degli occhi e i centri dell’equilibrio. Mediante una pedana elettronica il posturologo, inoltre, effettua un esame baropodometrico analizzando l’appoggio plantare e le oscillazioni del nostro corpo e ottiene preziose informazioni su eventuali squilibri dei piedi e sulla distribuzione del peso corporeo tra il lato destro e sinistro. L’esame baropodometrico viene eseguito in statica e in dinamica, per valutare l’appoggio dei piedi, il passo e le zone di carico. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZw6wbLTd2f9RwYcuaQiPCa7GJ6tk2CPz5YbPsKQyb-a4kwSZMuTsYI07f1w-NBP4sE1XZItQ17gLejeYCO9s10p-S3uBeVScrU6aCpvwGycdEwZD_rYYTELi2Ye7Ko9e2LPsoZT-ph5c/s1600/piede_valgo_piatto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="163" px="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZw6wbLTd2f9RwYcuaQiPCa7GJ6tk2CPz5YbPsKQyb-a4kwSZMuTsYI07f1w-NBP4sE1XZItQ17gLejeYCO9s10p-S3uBeVScrU6aCpvwGycdEwZD_rYYTELi2Ye7Ko9e2LPsoZT-ph5c/s200/piede_valgo_piatto.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Piede valgo piatto</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta terminata la valutazione funzionale e quantificati i deficit posturali, il posturologo stabilisce una Riprogrammazione Posturale Globale, per riequilibrare la postura e i recettori posturali, anche in collaborazione con altri specialisti (odontoiatra, otorino, oculista, ecc.). La terapia posturale è dunque personalizzata, prevedendo, oltre alla rieducazione posturale, altri approcci terapeutici: il bite e la riabilitazione occlusale, per migliorare l’equilibrio tra le arcate dentarie; la suoletta di riprogrammazione posturale, da inserire nelle calzature; la ginnastica oculare per riabilitare i difetti di convergenza oculare; le mobilizzazioni osteopatiche; la terapia manuale e cranio-sacrale; i cerotti naturali (kinesiotaping ) per i dolori muscolari e articolari. Questo nuovo approccio terapeutico, privo di effetti collaterali, è in grado di migliorare la postura, l’armonia del corpo e la qualità della vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyEV6Byx_aZY9Py68d5RQDzkzCWtUkIT6EyFVJJPUO0jpBtLC1I-Im6T7X3BD2ZRwM2yJ8JtxT_wR7NiVcA6PpplhO9hUUtjMlbjUUqs_B-0ZTjzk2nZ6fmk5SuGQn183JxLsSCZ6P_is/s1600/baropodometria.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" px="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyEV6Byx_aZY9Py68d5RQDzkzCWtUkIT6EyFVJJPUO0jpBtLC1I-Im6T7X3BD2ZRwM2yJ8JtxT_wR7NiVcA6PpplhO9hUUtjMlbjUUqs_B-0ZTjzk2nZ6fmk5SuGQn183JxLsSCZ6P_is/s320/baropodometria.png" width="312" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Esame baropodometrico</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-52390116806596262962012-05-17T04:00:00.000+02:002012-05-17T10:01:51.888+02:00Auricoloterapia<div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRI79TRvqRMZC0xcICW_z1F9IUhnsHf5jg_33J55lqSIExCcDh35eQLgxBpoNoPUNxqmKVy_AsoMAKDOCvWDhjd6Y_0Nv5lmWiwtCRMA_nmgF3kEjgHwZQhcPbza2VqkAzcy8K8U9RoRA/s1600/mappa_auricolare.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" px="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRI79TRvqRMZC0xcICW_z1F9IUhnsHf5jg_33J55lqSIExCcDh35eQLgxBpoNoPUNxqmKVy_AsoMAKDOCvWDhjd6Y_0Nv5lmWiwtCRMA_nmgF3kEjgHwZQhcPbza2VqkAzcy8K8U9RoRA/s200/mappa_auricolare.jpg" width="190" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
Intorno al 1960 un medico francese, Paul Nogier, dopo una serie di studi e riflessioni ideò l’Auricoloterapia, un metodo terapeutico naturale basato sulla stimolazione del padiglione dell’orecchio. Nel 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto la validità scientifica e terapeutica di questo nuovo metodo. L’Auricoloterapia è una terapia riflessa basata sul concetto che sul nostro orecchio è inscritto, per via riflessa, tutto il nostro corpo secondo l’immagine di un feto con la testa rivolta in basso (somatotopia auricolare). In realtà il nostro orecchio presentando</div>
<a name='more'></a><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
una vascolarizzazione e un’innervazione molto marcate, è innervato da: trigemino, vago e plesso cervicale superficiale, appare molto sensibile alle diverse stimolazioni auricolari. Ogni zona del nostro orecchio corrisponde ad una zona del corpo. Nella parte inferiore dell’orecchio, denominata lobo, sono localizzati, considerando il feto capovolto, organi e apparati della testa come: occhi, denti, mandibola, lingua, tonsille, orecchio interno. Invece nella parte profonda e centrale dell’orecchio, denominata conca, sono localizzati quasi tutti i nostri organi interni: vie respiratorie, polmoni, stomaco, intestino, pancreas, fegato, vescica. La colonna vertebrale è localizzata sull’antelice, mentre nella porzione superiore dell’orecchio (fosse triangolare e scafoidea) sono localizzati l’arto superiore e inferiore. L’auricoloterapia è un efficace metodo terapeutico per il trattamento della sintomatologia dolorosa e delle patologie funzionali del sistema muscolo scheletrico (artrosi, spalla dolorosa, cervicalgia, mal di schiena, sciatica, gonalgia, ecc.). </div>
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbLLyE90AJmGBjb6kf8f0hzf7TRUjFyH1QKToaOMBJGR0jayn0s90H-TMRFA86E-4zXQSNykzTIN32qQ1A7-g50l974rn-w2efYfTGocjFXJvXXbJvWfb5wlLSBxLawViv9Rj5oqbKAaM/s1600/auricoloterapia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" px="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbLLyE90AJmGBjb6kf8f0hzf7TRUjFyH1QKToaOMBJGR0jayn0s90H-TMRFA86E-4zXQSNykzTIN32qQ1A7-g50l974rn-w2efYfTGocjFXJvXXbJvWfb5wlLSBxLawViv9Rj5oqbKAaM/s200/auricoloterapia.jpg" width="149" /></a>La seduta di auricoloterapia inizia con un colloquio e con una valutazione funzionale del paziente. Successivamente il terapeuta analizza mediante piccoli strumenti (palpatore auricolare e cercapunti elettronico) i diversi punti dell’orecchio per identificare quelli che devono essere stimolati in base alla sintomatologia riferita dal singolo paziente. I punti dolorosi riscontrati sull’orecchio coincidono sempre con gli organi in disfunzione o con zone dolorose riferite dal paziente, perché si è visto scientificamente che questi punti presentano una riduzione della resistenza elettrica cutanea. </div>
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
Una volta individuati i punti auricolari dolorosi, il terapeuta può stimolare questi punti con diverse modalità: micromassaggi, apparecchio elettronico, magneti, microaghi (vedi foto al lato).</div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-37426272639036929852012-01-27T17:57:00.004+01:002012-01-27T18:18:50.786+01:00Artrosi del pollice<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsAHdad5RkxrEanxiAXgQicJcGeCoFrw18raBdnd26kbMDFFDG80_9uW5QH32Eyw8ollg_Vp0dE-ZtJtt-I-PTZ5R45Og0sq5_hMCDuUTCbsVYNyHEqIIEGgbX6HaG9t0hlI7AKVxodHw/s1600/RIZOARTROSI_htm_txt_articolazione_cmp.gif" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" gda="true" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsAHdad5RkxrEanxiAXgQicJcGeCoFrw18raBdnd26kbMDFFDG80_9uW5QH32Eyw8ollg_Vp0dE-ZtJtt-I-PTZ5R45Og0sq5_hMCDuUTCbsVYNyHEqIIEGgbX6HaG9t0hlI7AKVxodHw/s200/RIZOARTROSI_htm_txt_articolazione_cmp.gif" width="200" /></a></div><div style="text-align: justify;">Leonardo ha 61 anni e per circa trenta anni ha gestito una lavanderia.</div><div style="text-align: justify;">Si è recato nel mio studio esclusivamente per risolvere un fastidioso dolore a livello del pollice della mano destra, che lo assillava da diversi anni. Infatti, oltre al dolore, ha difficoltà nella vita quotidiana quando scrive, oppure si rade la barba o si abbottona la camicia!</div><div style="text-align: justify;">Dopo la valutazione clinica e funzionale, ho concluso il nostro incontro comunicandogli che molto probabilmente si trattava di una “rizoartrosi”, ovvero una patologia artrosica abbastanza frequente a carico dell’articolazione tra il primo osso metacarpale (annesso al pollice) e il trapezio, un piccolo osso del polso. <br />
<a name='more'></a><br />
Ho consigliato a Leonardo di rivolgersi al medico di base per approfondire la condizione patologica attraverso una rx della mano destra. Però prima di salutarlo, ho effettuato un primo trattamento di terapia manuale integrato col kinesiotaping. Dopo una settimana Leonardo è ritornato con la radiografia, da cui si evidenziava una marcata rizoartosi.</div><div style="text-align: justify;">Gli ho chiesto se avesse avuto risultati positivi dal mio primo trattamento, ma purtroppo la sua risposta è stata negativa.</div><div style="text-align: justify;">A questo punto ho deciso insieme a lui di provare un diverso approccio terapeutico, quindi ho effettuato una seduta di auricoloterapia, stimolando un preciso punto del suo padiglione auricolare.</div><div style="text-align: justify;">Dopo 15 giorni è ritornato al mio studio e con grande gioia mi ha detto: “il problema è risolto al 90 %, le difficoltà dei gesti quotidiani e il dolore sono quasi scomparsi”.</div><div style="text-align: justify;">A questo punto ho effettuato il secondo trattamento di auricoloterapia e l’ho salutato, dicendogli di chiamarmi qualora si fossero ripresentati i sintomi. Dopo circa due mesi, casualmente, ho incontrato Leonardo nel negozio del figlio, mentre sistemava della merce. Gli ho chiesto della sua rizoartrosi e mi ha risposto che eseguiva tutti i lavori quotidiani senza alcun problema!</div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-83319422056608666132010-09-20T00:38:00.003+02:002010-10-13T00:43:23.747+02:00L'Osteopatia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-ZN8d_TSKG7BKfbukJurpBP7TD8MPZJZBDn_Gefx3Zjr_RjSRPBhm2HQMb0qlW3O1uF8NYKnA_NMUT-9HDnLJdD_NlaBlHrYxh1q8xlzWFppnP3DcpX-JKr05h2fPmbqX27sz39AvXw4/s1600/osteopatia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ex="true" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-ZN8d_TSKG7BKfbukJurpBP7TD8MPZJZBDn_Gefx3Zjr_RjSRPBhm2HQMb0qlW3O1uF8NYKnA_NMUT-9HDnLJdD_NlaBlHrYxh1q8xlzWFppnP3DcpX-JKr05h2fPmbqX27sz39AvXw4/s200/osteopatia.jpg" width="118" /></a></div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">L’osteopatia fu ideata da un medico americano, il Dr. Still, che fondò la prima scuola di Osteopatia nel 1892 a Kirksville, nel Missouri (USA). </div><div style="text-align: justify;">Il termine Osteopatia deriva, secondo alcuni esperti, dal greco osteon = osso e pathos = sofferenza, ma in realtà rappresenta lo studio e il trattamento delle patologie funzionali dei sistemi: fasciale, muscoloscheletrico, viscerale e craniosacrale.</div><div style="text-align: justify;">L’osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento, che rappresenta l’espressione della vita (A. T. Still).</div><div style="text-align: justify;">E’ un metodo “manuale” basato, fondamentalmente, sulla ricerca</div><a name='more'></a><div style="text-align: justify;"> della causa primaria (disfunzione osteopatica) nell’ambito delle patologie funzionali, attraverso anamnesi, valutazione funzionale e test specifici. Successivamente con diversi approcci manuali si prefigge di eliminare le disfunzioni e ridare armonia, benessere e mobilità fisiologica al corpo.</div><div style="text-align: justify;">I principi fondamentali dell’osteopatia affermano che l’organismo umano non funziona in unità separate, ma in armonia globale con relazioni equilibrate tra struttura e funzione (circolazione, respirazione, deambulazione, ecc.).</div><div style="text-align: justify;">L’organismo dell’uomo ha grandi capacità di “autoguarigione” e pertanto l’osteopata non deve guarire il paziente, ma deve riequilibrare, con diverse tecniche manuali (strutturali, viscerali, craniosacrali), la struttura e i sistemi funzionali alterati, affinché le energie vitali possano circolare di nuovo senza ostacoli.</div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-59139357908669437072010-09-11T01:06:00.005+02:002022-10-27T19:45:47.471+02:00Posturologo Salerno: esercizi di postura, stretching posturale, mal di schienaPosturologo Salerno esegue stretching posturale, esercizi per postura, per la colonna vertebrale, tratta patologia della colonna vertebrale, le posture sono efficaci per il mal di schiena. Applica kinesiotaping.<br />
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Il dott. Giovanni Postiglione, fisioterapista-posturologo, riceve a Salerno e ad Eboli.<br />
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<a name='more'></a> nel corso dello sviluppo per motivi ancora poco chiari. La differenza di lunghezza in genere oscilla, nei diversi casi, tra i 4 e i 12 millimetri. Le conseguenze biomeccaniche di una gamba corta sono diverse: mal di schiena, protrusioni discali, discopatie, dolore al pube o al ginocchio. Spesso la diagnosi di gamba corta viene fatta solo sulla base di una radiografia del bacino e del terzo superiore del femore, senza considerare gli eventuali squilibri posturali a carico del bacino e degli arti inferiori. Questo approccio superficiale può comportare errori di valutazione e conseguenti approcci terapeutici inadeguati. </div><div style="text-align: justify;">Il Fisioterapista, esperto in Posturologia, valuta la lunghezza degli arti inferiori attraverso: test posturali (in posizione eretta e disteso), radiografie degli arti inferiori per intero su lastra quadrettata, esame su pedana elettronica baropodometrica. Questa valutazione funzionale approfondita è in grado di evidenziare la presenza di una eventuale gamba corta e stabilire se si tratta di gamba corta vera (ipometria) oppure di uno squilibrio della funzionalità posturale, che determina una gamba corta apparente, ma in realtà le due gambe hanno la stessa lunghezza. La terapia posturale è completamente differente, a seconda del problema riscontrato. In caso di gamba scheletricamente più corta (ipometria) bisogna inserire un rialzo nella scarpa di uno spessore preciso, da stabilire e verificare attraverso accurati test clinico - posturali. </div><div style="text-align: justify;">Invece, nel caso di una gamba corta apparente il riequilibrio posturale si ottiene attraverso tecniche di terapia manuale (osteopatia) oppure in caso di disfunzione occlusale in sinergia con l’odontoiatra e non bisogna usare alcun rialzo che potrebbe solo causare dolori posturali. Questo approccio terapeutico globale e personalizzato è in grado di ridare armonia,equilibrio e benessere al nostro corpo. </div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-2123379370875542932010-09-03T23:09:00.001+02:002010-09-03T23:29:43.355+02:00Il colpo di frusta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57bYtuCUGlDFlleAb9znMmOwWRisbzu51c0k6q7mVfv-Jp-78EQuIekH-Z-iIVMqHkSNNifMz4V4VYQratE1CPyTB_aiyhYZIz47XehTtu31-DpHqNV5cNsWKvRZt7wRfCMP_wB9m3T0/s1600/frusta-incidente.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="152" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57bYtuCUGlDFlleAb9znMmOwWRisbzu51c0k6q7mVfv-Jp-78EQuIekH-Z-iIVMqHkSNNifMz4V4VYQratE1CPyTB_aiyhYZIz47XehTtu31-DpHqNV5cNsWKvRZt7wRfCMP_wB9m3T0/s200/frusta-incidente.jpg" width="200" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il colpo di frusta cervicale è uno degli eventi traumatici più frequenti negli incidenti automobilistici. E’ così definito perché il capo subisce un movimento in avanti e indietro simile a quello di una “frusta”. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il trauma comporta un movimento violento di iperflessione ed iperestensione del tratto cervicale. La dinamica del trauma è dovuta, in genere, a</div><a name='more'></a><div style="text-align: justify;"> collisioni dei veicoli a motore, che determinano un meccanismo accelerativo/decelerativo di trasferimento d’energia sulla regione cervicale. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il meccanismo lesivo si verifica con la concomitanza di due movimenti forzati del tratto cervicale: iperestensione e iperflessione. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Gli incidenti tipici sono: l’urto frontale e il tamponamento. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nell’urto frontale, il capo del passeggero viene catapultato prima in avanti (iperflessione) e poi violentemente indietro (iperestensione). </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L'iperestensione può provocare danni ai tessuti molli della parte anteriore del collo. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nel tamponamento, invece, l’impatto posteriore determina prima una iperestensione del collo e dopo una iperflessione. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L’iperflessione può provocare danni ai legamenti e alle strutture cervicali posteriori. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Anche in alcune attività sportive si possono verificare traumi distorsivi cervicali (sport di contatto, tuffi, capovolte). </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le conseguenze di un colpo di frusta interessano soprattutto: muscoli, legamenti, dischi intervertebrali, sistema vascolare, sistema nervoso simpatico, vertebre e midollo spinale.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nei casi meno gravi si possono avere danni ai legamenti, distorsione cervicale, edema locale e contrattura muscolare riflessa. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nei casi più gravi, di competenza traumatologico-chirurgica si possono verificare rotture dei legamenti, lussazioni, ernie cervicali, fratture vertebrali. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Chiaramente diversi fattori influenzano la gravità del colpo di frusta: forza d’impatto, dinamica dell’incidente, velocità, condizioni cliniche della regione cervicale antecedenti al trauma. Il paziente con colpo di frusta, in genere, non ha sintomi importanti nell’immediato dopo trauma, al punto che talvolta rifiuta il trattamento medico. I primi sintomi, compaiono alcune ore dopo il trauma ed entro i primi 3 giorni e sono: dolore cervicale, brachialgia, limitazione dei movimenti, cefalea, parestesie (formicolii). Altri sintomi tendono a comparire dopo alcuni giorni: nausea, affaticamento visivo, vertigini, instabilità posturale, insonnia. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Anche la mandibola può subire delle ripercussioni che si manifestano con dolori e scrosci mandibolari. Alcuni sintomi tendono a persistere molto tempo, pertanto la componente psicologica può alterarsi e sfociare in una sindrome depressiva che condiziona ulteriormente la qualità della vita.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><strong>TERAPIA</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd20cHzGIeqsxHhgwpCS0rDZoCG9pJ913eMKreCH9m_a1zOZTQHweTNgFO189qQQfM0zU6PJMEcQ-Re3gBG_VGo7LubnYxzjv3dOgbB3PAhHJaGSdjEDKCj9tHFXuMi3vkU1yiBNhOsbs/s1600/taping+per+cervicalgia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="168" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd20cHzGIeqsxHhgwpCS0rDZoCG9pJ913eMKreCH9m_a1zOZTQHweTNgFO189qQQfM0zU6PJMEcQ-Re3gBG_VGo7LubnYxzjv3dOgbB3PAhHJaGSdjEDKCj9tHFXuMi3vkU1yiBNhOsbs/s200/taping+per+cervicalgia.jpg" width="200" /></a></div><div style="text-align: justify;">Dopo un colpo di frusta è necessario sottoporsi a visita medica specialistica e agli esami diagnostici prescritti (RX, RMN, stabilometria). Nei primi giorni bisogna praticare la terapia medica e l’eventuale fisioterapia strumentale. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La fase acuta (i primi 8 giorni) è caratterizzata da dolore, edema, contrattura muscolare, limitazione dei movimenti. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In questa fase bisogna evitare un lungo periodo di riposo, che favorirebbe la cronicità dei sintomi. L’uso di un collare può rappresentare un aiuto, a patto di non eccedere con i tempi di immobilizzazione. Va tenuto soprattutto la notte e durante gli spostamenti con gli automezzi. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Dopo la fase acuta un protocollo riabilitativo molto efficace è costituito da terapia manuale e taping neuromuscolare. <a href="http://www.schienaok.com/2010/08/kinesio-taping.html">Il taping neuromuscolare</a> è una tecnica riabilitativa che si pratica tramite l’applicazione sulla pelle di un particolare “cerotto colorato” anallergico e senza farmaci. E’ una terapia naturale efficace e priva di effetti collaterali, in grado di ridurre il dolore attraverso il ripristino della circolazione, il drenaggio di sostanze infiammatorie e il rilassamento muscolare. Questi risultati si possono ottenere mediante pochi trattamenti eseguiti da fisioterapisti specializzati. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Quando il dolore si è ridotto, le tecniche riabilitative miofasciali e osteopatiche sono in grado di liberare i tessuti dolenti e ridare al tratto cervicale tutti i movimenti fisiologici. Nella fase cronica, 2/3 mesi dopo il trauma, le tecniche di rieducazione funzionale e posturale riguarderanno l’intera colonna vertebrale in modo da liberare il corpo da qualsiasi tensione residua e garantire un pieno e completo recupero funzionale.</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhODWp3-2MmUEHV4IVR7yErPljdNugqilqlEx7zzbG-MT6ketMNixdWdA2EjPTcAidlzCKmaLOy-KMpSppr_m4yfmW64BjW_iFmnZbrhyphenhyphen9J_1E6WbuPTdsBdN21zgyTTm_zVUhN-FvpNrA/s1600/mobilizzazione+cervicale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhODWp3-2MmUEHV4IVR7yErPljdNugqilqlEx7zzbG-MT6ketMNixdWdA2EjPTcAidlzCKmaLOy-KMpSppr_m4yfmW64BjW_iFmnZbrhyphenhyphen9J_1E6WbuPTdsBdN21zgyTTm_zVUhN-FvpNrA/s200/mobilizzazione+cervicale.jpg" width="151" /></a></div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-44860827103747344172010-09-03T23:03:00.001+02:002010-09-03T23:30:19.948+02:00Il colpo della strega<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-KMzEuH8O8DX0h_OYXDCe3qO36zcfbV-LhgG2YsxW0zXVdeiq9tGjMwrCd1707VlSo9t7UVfi7vbJPFQd158QZkttZVLAbFlgrgEKUoA7pw8djcCG2z7CBV32vZaYQPHcg6ZSkv1F6FM/s1600/colpo-strega.gif" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-KMzEuH8O8DX0h_OYXDCe3qO36zcfbV-LhgG2YsxW0zXVdeiq9tGjMwrCd1707VlSo9t7UVfi7vbJPFQd158QZkttZVLAbFlgrgEKUoA7pw8djcCG2z7CBV32vZaYQPHcg6ZSkv1F6FM/s320/colpo-strega.gif" /></a></div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">Il colpo della strega è un dolore lombare acuto che determina una notevole riduzione della funzionalità motoria. In genere, insorge in seguito a sollecitazioni che stimolano negativamente la zona lombare. Sforzi della schiena e stress posturali possono essere chiamati in causa. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le conseguenze interessano soprattutto: i muscoli, i legamenti e i dischi intervertebrali. Il colpo della strega può essere causato anche da cadute o contusioni sulla zona lombosacrale. I sintomi sono: mal</div><a name='more'></a><div style="text-align: justify;"> di schiena acuto, spesso monolaterale, limitazione del movimento, contrattura di difesa dei muscoli lombari, talvolta dolore irradiato lungo la coscia (sciatalgia).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il trauma si attenua nel giro di 2 o 3 giorni ma richiede poi un periodo ben più lungo per la scomparsa completa del dolore. Il nome “colpo della strega” deriva da alcune credenze popolari che narrano come la strega, maleficamente e improvvisamente, possa infliggere un sortilegio che impedisca qualsiasi movimento della colonna, e pertanto il paziente rimane immobilizzato come “vittima di un incantesimo”. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Stiamo parlando dunque di un evento particolarmente doloroso, un nemico subdolo, sempre in agguato, che insorge a causa di movimenti insoliti o troppo intensi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">I fattori di rischio che favoriscono il colpo della strega sono molteplici:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· atteggiamenti posturali scorretti; </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· errata tecnica di sollevamento di oggetti;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· colpi di freddo;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· mancanza di riscaldamento prima di un’attività motoria o sportiva; </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· sforzi eccessivi o improvvisi del tratto lombosacrale; </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· discopatie lombari;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· ernia o protrusione discale;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· artrosi lombare.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Se si è colpiti dal temibile colpo della strega si consiglia innanzitutto di rimanere nella cosiddetta posizione antalgica. Il riposo è inizialmente la terapia più efficace, ma non dovrebbe assolutamente protrarsi oltre le 24-48 ore a seconda dell'entità del trauma. In condizioni di immobilità la muscolatura tende infatti ad indebolirsi e a perdere elasticità. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Invece,per prevenire il colpo della strega è molto importante: </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· mantenere il proprio peso corporeo nella norma;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· indossare calzature comode con tacchi non oltre i 5 cm;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· utilizzare reti e materassi di buona qualità;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· evitare posture scorrette; </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· rimanere seduti con il dorso ben appoggiato allo schienale sia durante lo studio, il lavoro e la guida di un veicolo;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· sollevare i carichi con la giusta tecnica (schiena diritta, gambe piegate);</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· praticare un’ attività motoria in modo costante;</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">· coprirsi bene evitando i colpi di freddo sia nei mesi invernali che in quelli estivi (aria condizionata).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><strong>TERAPIA</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA-Iv4N66-m5G6MryTVStTMs1583-ZQEGzx3hkjYvOeVzXA2iJUipr445biz0wkE2qcTOpedDllGuYwGlT20KbceRoqUjDN1DbjngX5nrUKw4jPi702BkJvd0OPPWUdTxSt4ZBqGIytYI/s1600/kinesio+taping+colpo+strega.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA-Iv4N66-m5G6MryTVStTMs1583-ZQEGzx3hkjYvOeVzXA2iJUipr445biz0wkE2qcTOpedDllGuYwGlT20KbceRoqUjDN1DbjngX5nrUKw4jPi702BkJvd0OPPWUdTxSt4ZBqGIytYI/s200/kinesio+taping+colpo+strega.jpg" width="190" /></a></div><div style="text-align: justify;">Innanzitutto è necessario sottoporsi a visita medica specialistica e agli eventuali esami diagnostici prescritti (RX, TAC, RMN) in grado di evidenziare le reali condizioni delle strutture vertebrali interessate. Nei primi giorni bisogna praticare la terapia medica prescritta e l’eventuale fisioterapia strumentale. Nella fase acuta (i primi 8 giorni) il riposo è indispensabile, ma una prolungata immobilizzazione apporta più svantaggi che benefici. Bisogna evitare di stare seduti, in quanto questa posizione aumenta la pressione sui dischi vertebrali. Una riduzione del dolore è data dalle seguenti posture di scarico della colonna vertebrale: posizione supina con ginocchia piegate e con i piedi sopra un appoggio, oppure posizione prona con un cuscino sotto il torace. Dopo la fase acuta un protocollo riabilitativo molto efficace è costituito dal <a href="http://www.schienaok.com/2010/08/kinesio-taping.html">taping neuromuscolare</a> e dalla terapia manuale. Molto efficace risulta essere, già dopo poche sedute, il taping neuromuscolare una nuova tecnica riabilitativa che si pratica tramite l’applicazione sulla pelle di un particolare “cerotto colorato” senza farmaci. E’ una terapia naturale priva di effetti collaterali, in grado di ridurre il dolore e rilassare la muscolatura. Successivamente quando l’infiammazione è regredita, le tecniche miofasciali e osteopatiche permetteranno il recupero dei movimenti fisiologici. Nella fase cronica, 2/3 mesi dopo il trauma, la rieducazione funzionale e posturale globale potrà garantire un completo recupero funzionale.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOTC4Ml7jLcemvOA0_PEft3WByaAKfcmzkg3qDfy2BVjDYFDgqzppe4l04NKHRqWdTGcKjtJWgo88RYCbW1hzGnEJoNVVHwl0cNWNu5P4cFsBS-s72B-jnwvBpaL_p-ZTm9qtD5fGjqmU/s1600/colpo+strega+trattamento.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOTC4Ml7jLcemvOA0_PEft3WByaAKfcmzkg3qDfy2BVjDYFDgqzppe4l04NKHRqWdTGcKjtJWgo88RYCbW1hzGnEJoNVVHwl0cNWNu5P4cFsBS-s72B-jnwvBpaL_p-ZTm9qtD5fGjqmU/s320/colpo+strega+trattamento.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-14191469602239023882010-09-03T22:55:00.056+02:002023-10-01T10:36:34.370+02:00Come prevenire il mal di schiena <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidSe0g_OAqPjcXjZJngaGOpYjZPTI3fV6XMs9JbehxOEcEXWuHZVL3C88RJk0UWy9gd-7wjGLjkm5TSe22qGK1IiewV9-HFVH0dMl0FE-8AH7LGBA4JclJJpMSk9kYq5QrDywcV1hsXuwPg4bGaHbv305sbpUJbu9ylYIGckAnoH7eNFsOTQxwtOKzUIc/s1200/maldischiena.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidSe0g_OAqPjcXjZJngaGOpYjZPTI3fV6XMs9JbehxOEcEXWuHZVL3C88RJk0UWy9gd-7wjGLjkm5TSe22qGK1IiewV9-HFVH0dMl0FE-8AH7LGBA4JclJJpMSk9kYq5QrDywcV1hsXuwPg4bGaHbv305sbpUJbu9ylYIGckAnoH7eNFsOTQxwtOKzUIc/s320/maldischiena.jpg" width="320" /></a></div>Correggere eventuali disturbi della vista che potrebbero provocare atteggiamenti scorretti del capo (visita oculistica).<div><br />Correggere eventuali squilibri del sistema masticatorio che potrebbero avere ripercussioni sulla colonna<span><a name='more'></a></span> vertebrale (visita odontoiatrica).<br /><br />Valutazione posturale (screening) su ragazzi/e tra i 7 e i 14 anni, età in cui potrebbero instaurarsi deviazioni vertebrali.<br /><br />Corretta posizione di lavoro davanti a PC e Tablet, con relative pause.<br /><br />Le persone che lavorano ai videoterminali dovrebbero personalizzare l’altezza della sedia e del piano di lavoro, regolando la distanza di tastiera e monitor.<br /><br />Dormire in posizione laterale (decubito) con ginocchia semiflesse e con il capo su un cuscino di altezza proporzionata alla propria struttura.<br /><br />Evitare di esporsi a “colpi” d’aria fredda (climatizzatori, aria condizionata) e a repentini cambiamenti di temperatura.<br /><br />Guardare la tv da una poltrona con schienale alto, idoneo a sostenere il capo e a rilassare i muscoli del collo.<br /><br />Evitare il sovrappeso.<br /><br />Evitare le situazioni stressanti, che determinano tensioni muscolari.<br /><br />Praticare attività motoria per il benessere totale e specifica per il mal di schiena.<br /><br />Guidare in posizione corretta con lo schienale inclinato all’indietro di circa 20 gradi rispetto alla verticale (ovvero 110 gradi), braccia semiflesse al gomito, regolare poggiatesta e supporto lombare.<div><br /></div><div>Non parlare al telefono ponendo l’apparecchio tra orecchio e spalla, senza il sostegno della mano.</div></div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1647419406540620779.post-46219288020519729502010-09-03T22:47:00.003+02:002010-09-03T22:58:07.159+02:00Il riequilibrio posturopodalico mediante suolette POAM<div align="justify"><em><span style="font-size: x-small;"><strong>Roberto Amich --- Giovanni Postiglione</strong></span></em></div><div align="justify">Il piede, organo sensoriale e di equilibrio è costituito da 26 ossa (più i sesamoidi), circa 30 articolazioni e 20 muscoli intrinseci.</div><div align="justify" class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKnYpIV4UZkilPDQnp-dODYf5bjVXLYgxIOomZX1kSNngthIChh2fSXSyXCqbyfvIWPaJMR99gXgBSLkBdrGUTRRLDgv9YmSyh0UfBCC4AaP00ZTblDlQRWBXM1WonbXHTqP6UH4cXurQ/s1600/piedi+mappa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKnYpIV4UZkilPDQnp-dODYf5bjVXLYgxIOomZX1kSNngthIChh2fSXSyXCqbyfvIWPaJMR99gXgBSLkBdrGUTRRLDgv9YmSyh0UfBCC4AaP00ZTblDlQRWBXM1WonbXHTqP6UH4cXurQ/s320/piedi+mappa.jpg" /></a></div><div align="justify"><a name='more'></a></div><div align="justify">Molti studi di neurofisiologia e biomeccanica (Bourdiol, Bricot, Villeneuve), hanno ormai dimostrato il ruolo del “piede” quale recettore fondamentale del Sistema Posturale Fine e l’importanza delle afferenze podaliche nella regolazione e nel controllo posturale. </div><div align="justify">Ad esempio l’anestesia del nervo tibiale posteriore (sciatico popliteo interno), che innerva la maggior parte della superficie plantare, determina gravi alterazioni dell’equilibrio bipodalico e soprattutto di quello monopodalico (Sarrafian,1991), mentre l’appoggio podalico su superfici molto morbide, e di alcuni centimetri di spessore, equivale ad un’anestesia della pianta dei piedi (Pyykko, 1993).</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">In condizioni statiche il piede poggia al suolo, prevalentemente, sui seguenti punti: testa del primo metatarso, testa del quinto metatarso, tuberosità posteriori del calcagno; su questi punti si dovrebbe scaricare, rispettivamente, il 33%, il 17% e il 50% circa del peso corporeo. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">In dinamica invece bisogna introdurre il concetto di “deambulazione”, inteso come un complesso di movimenti che nel soggetto sano si realizza con grande economicità, al punto che è più piacevole camminare che stare fermi. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Il cammino viene studiato da diversi anni come ciclo del passo, che si definisce come il movimento di un singolo arto inferiore dall’appoggio del tallone al successivo appoggio dello stesso tallone.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Esso è caratterizzato da una fase di appoggio , una fase di oscillazione e una fase di doppio appoggio.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Il ciclo comincia con la fase di appoggio costituita dal contatto iniziale del tallone al suolo, a cui segue la risposta al carico con flessione plantare e appoggio di tutta la pianta, la parte intermedia (midstance) e poi la parte terminale dell’appoggio con flessione plantare, “scollamento”del piede e spinta dell’alluce.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">A questo punto inizia la fase di oscillazione ( più breve di quella di appoggio), prima con il controllo muscolare finalizzato alla “scioltezza del piede”e poi con la preparazione del contatto con il suolo.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Tra queste due fasi ( appoggio e oscillazione) c’e sempre la fase di doppio appoggio, molto breve, in cui entrambi i piedi sono in contatto col suolo.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify" class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_x1xNg8vyk9lEMrfW1p8OWwxjPFW7F49jH_zGAM9LqPXbZJd3T3UVVhnk0JPco-EbGTFJgqT96WeWHGDk_hgNmmIZo98UYeOpOfQYBgbCRA2aJKi1KPHdR27HQ_hd2pvUkY9Ip_nzJ8M/s1600/piedi+appoggi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_x1xNg8vyk9lEMrfW1p8OWwxjPFW7F49jH_zGAM9LqPXbZJd3T3UVVhnk0JPco-EbGTFJgqT96WeWHGDk_hgNmmIZo98UYeOpOfQYBgbCRA2aJKi1KPHdR27HQ_hd2pvUkY9Ip_nzJ8M/s320/piedi+appoggi.jpg" /></a></div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Dal punto di vista sensitivo la pianta del piede è ricca di recettori cutanei (tattili), articolari e muscolari, che rappresentano una fonte insostituibile di informazioni estero e propriocettive per il controllo dell’equilibrio e della postura.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">E’ significativo rammentare che l’area corticale sensitiva del piede è superiore a quella della mano, mentre per l’area motoria accade il contrario (homunculus di Penfield e Rasmussen). </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">I recettori cutanei presenti nella pianta del piede, escludendo quelli termo-dolorifici, sono:</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· recettori a lento adattamento che codificano la sensibilità alla pressione (dischi di Merkel), e allo stiramento tattile (corpuscoli di Ruffini);</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· recettori ad adattamento intermedio (corpuscoli di Meissner), che informano sulla velocità del movimento;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· recettori ad adattamento rapido (corpuscoli di Pacini) sensibili all’accelerazione della deformazione cutanea.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Alcuni recettori cutanei sono attivati da deformazioni della pelle a partire da 5 micron (Villeneuve).</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Invece i recettori articolari o meccanocettori podalici (illustrati nella tabella sottostante), sono recettori incapsulati che registrano i diversi movimenti articolari e forniscono informazioni cinestesiche.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify" class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib6OAkw1Vrzu9i9t95czbDUMZ0LjHtE96-sXipOjWqiUFtsk4gZrl5Juoj0UPdzcMJ2N4Xvp4b38IJypkRHDD9xRC8KWFU_iyM6gKECsVzov6V9F8oRkqvKh-LPhYroZQS8jzKLmTcfUM/s1600/tabella+suolette.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib6OAkw1Vrzu9i9t95czbDUMZ0LjHtE96-sXipOjWqiUFtsk4gZrl5Juoj0UPdzcMJ2N4Xvp4b38IJypkRHDD9xRC8KWFU_iyM6gKECsVzov6V9F8oRkqvKh-LPhYroZQS8jzKLmTcfUM/s400/tabella+suolette.jpg" width="400" /></a></div><div align="justify">I recettori muscolari più importanti per il controllo propriocettivo e posturale sono i fusi neuromuscolari e gli organi tendinei del Golgi.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Essi sono dei recettori a lento adattamento, cioè possono inviare impulsi ai centri superiori per tempi lunghi nonostante lo stimolo non cambi alcun parametro.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">I fusi neuromuscolari, disposti in parallelo con le fibre muscolari, informano sullo stiramento e sulle variazioni di lunghezza del muscolo, innescando il riflesso miotatico diretto (soglia di attivazione tra 3 e 24 grammi).</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Se il grado di allungamento muscolare è dell’ordine di alcuni millimetri la loro sensibilità è piuttosto bassa (3-10 scariche al secondo per millimetro); invece, se il grado di allungamento è minimo, dell’ordine di 0,1 millimetri, la sensibilità aumenta notevolmente (circa 100 scariche al secondo per millimetro).</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Invece, gli organi tendinei del Golgi, posti in serie con le fibre muscolari, sono situati nella giunzione muscolo-tendinea e sono sensibili al grado di tensione del muscolo (tensorecettori).</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Essi hanno una soglia tra 100 e 200 grammi e se stimolati innescano il riflesso miotatico inverso che determina il rilassamento del muscolo.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Alla luce di questi dati neurofisiologici è possibile dedurre che le stimolazioni propriocettive plantari, per essere efficaci dal punto di vista posturopodalico, devono essere minime.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Infatti rilievi podalici inferiori ai 3 millimetri di spessore (Bourdiol, Villeneuve, Bricot), posti in determinate zone della superficie plantare, innescano il riflesso miotatico diretto con attivazione del muscolo stimolato (entrata della catena miofasciale ascendente), e della relativa catena ascendente.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">La pianta del piede, con la ricca rete di recettori di diversa natura, è paragonabile ad una sofisticata pedana dinamometrica.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Funzionalmente la sensibilità esterocettiva e quella propriocettiva sono intimamente legate, poiché qualsiasi micromovimento determina stiramento cutaneo e qualsiasi afferenza cutanea, modifica la propriocezione.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Dal punto di vista vascolare il piede è irrorato, fondamentalmente, da due arterie: l’arteria tibiale anteriore (pedidia) che irrora la faccia dorsale, e l’arteria tibiale posteriore che irrora la superficie plantare. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Invece il circolo venoso è costituito da una rete profonda e da una rete superficiale. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Il ritorno venoso è a carico della rete profonda per circa il 90% ed è influenzato notevolmente dalla morfologia e dalla funzionalità dell’appoggio plantare. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Inoltre la pianta del piede possiede tessuto cutaneo e sottocutaneo che si presenta sottile sotto l’arco plantare e spesso nei punti di maggior appoggio, e che funge da vero cuscinetto ammortizzante.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Sulla base di questi concetti anatomo-funzionali e biomeccanici e in considerazione degli studi e delle esperienze cliniche di autorevoli esperti (Bourdiol, Gagey, Bricot, Villeneuve, ecc.), abbiamo realizzato, grazie anche alle moderne indagini .</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">È ormai noto che le alterazioni funzionali degli arti inferiori e soprattutto dell’appoggio plantare modificano la postura con ripercussioni che, tramite le catene miofabaropodometriche e stabilometriche, delle suolette posturali di nuova concezione denominate POAM (Podo-Ortesi di Armonizzazione Miofasciale), che rappresentano la sintesi tra la nostra esperienza clinica e gli studi dei succitati autorisciali, possono giungere alle strutture cranio-mandibolari.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Queste catene rappresentano dei circuiti in continuità di direzione e di piano, attraverso i quali si propagano le forze organizzatrici del corpo (Busquet).</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Tralasciando le diverse teorie inerenti le catene miofasciali (Denys-Struyf, Dudal, Busquet, Souchard), possiamo affermare che a livello degli arti si distinguono le seguenti catene:</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· catena di flessione, continuazione delle catene rette anteriori;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· catena di estensione, continuazione delle catene rette posteriori;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· catena di chiusura, continuazione delle catene crociate anteriori;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· catena di apertura, continuazione delle catene crociate posteriori.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Le suolette posturali denominate “POAM” (podo-ortesi di armonizzazione miofasciale), dal punto di vista progettuale sono costituite da tre settori funzionali, che operano in sinergia attraverso diverse stimolazioni plantari.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Queste stimolazioni sinergiche hanno lo scopo di armonizzare sia l’appoggio plantare che le catene miofasciali ascendenti, in modo da ottenere il riequilibrio posturale.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">I tre settori funzionali dal punto di vista didattico e anatomico si possono denominare: retropiede, mesopiede (volta plantare e istmo) e avampiede.</div><div align="justify" class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEq6QpRK3b73DwVR1dikWl72hbUAEixGBi-XpcmaghfT1TXixJpwntdVvnpWgUgSXo3wAJQhHkv3yF6S6Whvj9rtNN1SvMm_U83iPCDW9YxGbRxf3L-hDq6712KkTilrlKAkoYY99se8o/s1600/piede2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEq6QpRK3b73DwVR1dikWl72hbUAEixGBi-XpcmaghfT1TXixJpwntdVvnpWgUgSXo3wAJQhHkv3yF6S6Whvj9rtNN1SvMm_U83iPCDW9YxGbRxf3L-hDq6712KkTilrlKAkoYY99se8o/s320/piede2.jpg" /></a></div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Il settore del retropiede accoglie dei rilievi propriocettivi di circa due millimetri di spessore, di forma semiellissoidale, posizionati nella regione sottoscafoidea, in caso di retropiede valgo, e nella regione retrostiloidea e sottocuboidea, in caso di retropiede varo.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Invece, per il riequilibrio posturale dei soggetti con piano scapolare anteriore, bisogna posizionare, su ciascuna suoletta, entrambi i rilievi propriocettivi (sottoscafoideo e sottocuboideo).</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">In realtà i rilievi propriocettivi svolgono una duplice azione di riprogrammazione posturopodalica: quello sottoscafoideo stimola il ventre muscolare dell’abduttore del primo dito, punto di attivazione della catena di apertura e inoltre evoca un riflesso cutaneo-podalico (Villeneuve, Parpay) che determina l’aumento del tono dei muscoli extrarotatori e abduttori dell’anca;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">il rilievo retrostiloideo e sottocuboideo, invece stimola l’abduttore del quinto dito, punto di attivazione della catena di chiusura ed evoca un riflesso cutaneo-podalico che determina la riduzione del tono dei muscoli extrarotatori e abduttori dell’anca.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Il settore del mesopiede accoglie un microcircuito ad alta frequenza (5 Mhz), in grado di interagire per via elettromagnetica con l’equilibrio ionico dei barocettori plantari. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify" class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRyBiKCfbtetPheO8vb2PmYH6uzndeRkq8AAGYb8jAEOUfWrrPB_-14Cici0xGfNcjIorxIm6YQ8uh8Vq3ezDibyQbSMs01NdWNIBFB6lyg13HbC9jXEK3xCzYpspCkd39WCWIJb6tZ4I/s1600/suole.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRyBiKCfbtetPheO8vb2PmYH6uzndeRkq8AAGYb8jAEOUfWrrPB_-14Cici0xGfNcjIorxIm6YQ8uh8Vq3ezDibyQbSMs01NdWNIBFB6lyg13HbC9jXEK3xCzYpspCkd39WCWIJb6tZ4I/s320/suole.jpg" /></a></div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Questo microcircuito, ideato da una equipe di ingegneri e clinici francesi, simmetrizza il ritmo di scarica dei barocettori, riducendo le asimmetrie di soglia di sensibilità alla pressione esistenti tra i due piedi, col fine di ricentrare e riequilibrare il soggetto.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Esso pertanto esplica un’azione fisiologica, non invasiva e non tossica, i cui risultati sono stati confermati e sono verificabili su pedane stabilometriche e/o baropodometriche.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Il settore dell’avampiede delle suolette POAM (podo-ortesi di armonizzazione miofasciale), accoglie le pressioni plantari, rilevate attraverso un esame baropodometrico dinamico (Epsystem by Ecosanit), </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify" class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhanyH_VAY_NltGkI4tNIgqJWcsFhFZnTm4Z5TSQw4o2mZSKVZbaLWHtR84Fv1K3EfBldFvxJAOFXg9BMPhBcdiZkPK7Y-C8A1FRxLUqDDlBDn3Mz40eCTKODYEpSi0Qukw9i4rBOJgNWM/s1600/misuratore+sensore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="161" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhanyH_VAY_NltGkI4tNIgqJWcsFhFZnTm4Z5TSQw4o2mZSKVZbaLWHtR84Fv1K3EfBldFvxJAOFXg9BMPhBcdiZkPK7Y-C8A1FRxLUqDDlBDn3Mz40eCTKODYEpSi0Qukw9i4rBOJgNWM/s400/misuratore+sensore.jpg" width="400" /></a></div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">allo scopo di poter scaricare funzionalmente l’avampiede e consentire la corretta dinamica del passo durante le diverse attività.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">In pratica il soggetto viene sottoposto alla valutazione dinamica (e statica) dell’appoggio plantare su una particolare pedana baropodometrica ed alla valutazione della morfologia plantare tramite scanner 3D.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Tutte le informazioni (pressioni dinamiche, scansione 3D, schiuma fenolica, scelta dei rilievi propriocettivi ecc…), vengono inviate presso l’azienda, dove un sofisticato software e tecnici specializzati effettueranno la progettazione computerizzata della suoletta POAM sovrapponendo nella regione dell’avampiede, l’immagine delle pressioni plantari, nel mesopiede l’alloggiamento del microcircuito, nel retropiede i rilievi propriocettivi richiesti.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify" class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglUDIzityCbSAG7KChhVJLwfYj-JhuQv6pNT8OWBlTUXUWc2qIj2FkSKhbaunJQdL-Wvja-Zl9-O_tVuxlb0MCquqn_q0iBIzDaACg-ThsMiDI8jG35GPZRFGIo8OsrglAs19TQyz6uVk/s1600/costruzione+suoletta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglUDIzityCbSAG7KChhVJLwfYj-JhuQv6pNT8OWBlTUXUWc2qIj2FkSKhbaunJQdL-Wvja-Zl9-O_tVuxlb0MCquqn_q0iBIzDaACg-ThsMiDI8jG35GPZRFGIo8OsrglAs19TQyz6uVk/s400/costruzione+suoletta.jpg" width="400" /></a></div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">La realizzazione della podo-ortesi, in multicomponente, avviene mediante frese comandate dal computer (sistema CAD-CAM), che analizzano i dati della morfologia e della funzionalità plantare del soggetto, inviati per email dai centri remoti.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Le suolette posturali POAM presentano uno spessore di circa 4 millimetri e il materiale ha una densità di 330 kg/mc.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">In caso di soggetti con piede piatto o cavo di secondo o terzo grado, nel settore dell’avampiede della suoletta POAM, si può collocare, al posto delle podopressioni, una barra retrocapitata.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Quest’ultima, in caso di cavismo, va posta a livello delle teste metatarsali, cioè nella zona più ricca di tendini e di recettori del Golgi, ed esattamente i suoi limiti anteriori devono coincidere con le articolazioni metatarso-falangee. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">In questo modo si tenta di evocare il riflesso miotatico inverso con la conseguente inibizione muscolare dei flessori plantari (ipertonici).</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Viceversa, in caso di piattismo, la barra retrocapitata va posta più indietro allo scopo di stimolare i ventri muscolari dei flessori plantari (ipotonici) e i relativi fusi, in modo da evocare il riflesso miotatico diretto e la conseguente contrazione muscolare. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">L’utilizzo sistematico delle suolette POAM (podo-ortesi di armonizzazione miofasciale) integrato con la riprogrammazione globale del Sistema Posturale Fine (cicatrici, difetti oculomotori, squilibri propriocettivi, occlusali, viscerali, ecc…) per un periodo di almeno dieci mesi, in base alla nostra pratica clinica permette ai pazienti affetti da disordini posturali in cui il recettore podalico risulta squilibrato (piede causativo o misto) di ottenere i seguenti benefici:</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">1. riequilibrio statico sui tre piani:</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">2. riduzione o scomparsa dei dolori di origine posturale (rachialgie. cefalee, metatarsalgie, gonalgie,ecc…);</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">3. distribuzione del peso corporeo sui piedi più equa;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">4. miglioramento funzionale dell’appoggio plantare;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">5. miglioramento del ritorno venoso.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify" class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYtQOfkb0n3KUiMB1s8qiQVQln-07Pj9bP3c-SredWHV8YvV83PZLYmdwvMUpwWxeftZZLJBd9V9YcVJCx4ULNK-_CqHbxpXnKLXxeMYhg6KDAzMfv_FHMjzr5vySZnH_Kgs4w6xqLFGE/s1600/costruzione+suoletta+fine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" ox="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYtQOfkb0n3KUiMB1s8qiQVQln-07Pj9bP3c-SredWHV8YvV83PZLYmdwvMUpwWxeftZZLJBd9V9YcVJCx4ULNK-_CqHbxpXnKLXxeMYhg6KDAzMfv_FHMjzr5vySZnH_Kgs4w6xqLFGE/s400/costruzione+suoletta+fine.jpg" width="400" /></a></div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">Chiaramente le suolette POAM possono essere suggerite o prescritte solo dopo una minuziosa ed attenta valutazione clinico-posturale, che partendo dall’anamnesi del paziente, prosegua con test posturali, clinici e strumentali (esame baropodometrico e/o stabilometrico, radiografie, RMN, TAC, ECO, ecc…), e giunga alla individuazione della causa primaria responsabile della disfunzione posturale.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">L’iter terapeutico dovrebbe essere monitorato all’incirca ogni mese (follow up), mediante controlli clinici e strumentali, in modo da conseguire i seguenti obiettivi:</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· raccogliere dati oggettivi confrontabili costantemente;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· evidenziare eventuali sovracorrezioni o sottocorrezioni posturopodaliche;</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">· considerare altri o nuovi fattori disfunzionali.</div><div align="justify">Questo breve articolo, peraltro non esaustivo, vuole solo rappresentare una comunicazione, basata su alcuni anni di esperienza e pratica clinica, a tutti coloro che si occupano di patologie funzionali dell’apparato muscoloscheletrico, con l’auspicio che possa costituire un piccolo contributo alla nostra crescita professionale. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify"><strong>Bibliografia</strong></div><div align="justify">1. Amich R, Postiglione G. “Atti del I Convegno Nazionale Multidisciplinare di Posturologia”. Salerno, 27/ 01/ 2000. Edizione privata.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">2. Avagnina L. “Diagnostica e biomeccanica con pedane di pressione”. Timeo Editore, Bologna , 2003.</div><div align="justify">3.Bienfait M. “I disequilibri statici”. Ed. Speciale Riabilitazione, Milano, 1997.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">4. Bricot B. “La Riprogrammazione posturale globale”. Ed. Statipro, Marsiglia, 1999.</div><div align="justify">5. Busquet L.”Le catene muscolari “. Vol.1-2, Marrapese, Roma, 1994.</div><div align="justify">6. Gage J.R., De Luca P. A., Renshaw T.S. « Gait analysis : principles and applications ». J . Bone Surg. 77-A, 1607,1995. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">7.Gagey PM, Weber B. “Posturologia”. Marrapese, Roma, 1997. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">8. Lambertini G, Mezzogiorno V. “Anatomia umana”. Piccin, Padova, 1973.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">9. Moro F. “ Vademecum di posturopodia- il Morgante. GSC Edizioni, Noceto (PR), 2001.</div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">10. Mossi E. “Trattato teorico-pratico di posturologia osteopatica”. Marrapese, Roma, 2002. </div><div align="justify"><br />
</div><div align="justify">11. Netter F H. “Atlante di anatomia umana”- Novartis, Origlio, 1999.</div><div align="justify">12. Postiglione G. “Stretching settoriale, globale e posturale”. GLM Edizioni Marrapese, Roma, 2003. </div><div align="justify">13. Villeneuve Ph. E Coll. “ Piede, equilibrio e postura”. Editore Marrapese, Roma,1998. </div><div align="justify">14.Zanardi M. “Posturologia clinica osteopatica”. Marrapese, Roma, 1998.</div>Dott. Giovanni Postiglionehttp://www.blogger.com/profile/00755409511157323326noreply@blogger.com0